Con l’evento il grido di voglia di riscatto di una intera città
Lavoro, legalità, ambiente e salute: questi i temi caldi affrontati al concerto del 1 maggio a Taranto. Un concerto che con il grande successo ottenuto (circa 200mila persone) non vuole essere un diretto concorrente del più famoso e longevo evento di Roma.
Il 1 maggio a Taranto è stato un grido alla voglia di riscatto di una città che ha subito tanto ma che vuole rinascere. Un concerto indipendente, così lo definisce il suo direttore artistico Michele Riondino, lontano dalle parole e dai decreti salva Ilva. Taranto merita di rinascere e per farlo ha bisogno di camminare sulle proprie gambe. Non bastano leggi ad hoc per risanare una città martoriata dall'industralizzazione senza controllo ma un insieme di idee e di buona politica saldamente radicate al territorio.
Ad aprire il concerto alle ore 14 sono stati alcuni artisti emergenti provenienti da Puglia e Campania scelti nell’ambito del contest “Destinazione Uno Maggio”. A seguire si sono alternati i più noti quali: Davide Berardi, Officina Zoè, Iosonouncane, Andrea Rivera,Velvet, Ilaria Graziano & Francesco Forni, Management Del Dolore Post Operatorio, Brunori Sas,Diodato, John De Leo,Muro del Canto, Bestierare, Francesco Baccini, Bud Spencer Blues Explosion, Mannarino, Subsonica,Marlene Kuntz, Caparezza, Roy Paci Aretuska Allstars, Fido Guido.
Un mix di buona musica e di crude testimonianze di un tema scelto “legalità ma quale giustizia” che con i racconti di mamme che sulla propria pelle vivono quotidianamente il dramma della terra dei fuochi o con le storie del più vicino polo oncologico di Taranto lasciano l'amaro in bocca ma anche la consapevolezza che sia arrivato il momento di cambiare. Uno sviluppo ecosostenibile e la voglia di riscoprire cultura e turismo sono l'atomica di questa città che vuole far esplodere la sua voglia di riscatto e che nello stesso tempo vuole mettere da parte una crisi sociale ormai drammatica.
Lo stesso Marco Travaglio direttore de “Il fatto quotidiano” racconta della sete di legalità palpabile nell'aria ripercorrendo la storia politica degli ultimi vent'anni, come i sette decreti legge varati dagli ultimi quattro governi che aspettano di essere applicati.
«Una città» conclude Travaglio, «che meriterebbe una medaglia d'oro alla Resistenza».
Un concerto del Primo Maggio che ha raggiunto in pieno i suoi obiettivi, forse anche più di quanto gli stessi organizzatori si aspettavano ma che per andare avanti ha bisogno del pieno sostegno della sua città e della sua tremenda voglia di voltare pagina.
O si fa Taranto o si muore.
Graziano Martucci e Antonio Lucchese