lunedì 25 novembre 2024


12/06/2015 19:49:07 - Provincia di Taranto - Attualità

Le condizioni del lavoratore erano apparse subito disperate

 
Non ce l’ha fatta Alessandro Morricella, il 35enne operaio dell’Ilva, originario di Martina Franca, investito lunedì scorso da un getto di ghisa incandescente mentre misurava la temperatura del foro di colata dell’Altoforno 2 dello stabilimento siderurgico di Taranto. Il lavoratore, che era stato ricoverato al Policlinico di Bari, è morto a causa delle gravi ustioni riportate sul 90% del corpo. Alessandro Morricella, che lascia la moglie e due bimbi piccoli, era un giocatore della formazione di futsal Acqua & Sapone di Locorotondo, squadra di calcio a cinque che milita nel campionato di serie C2.
L'operaio si era avvicinato al foro di colata dell’altoforno 2 per effettuare i prelievi finalizzati al controllo della temperatura della ghisa quando è stato colpito dalla fiammata. A nulla sono valsi gli indumenti di protezione che il lavoratore indossava, una tuta ignifuga e il casco, che aveva pure iniziato a fondersi. Le condizioni del lavoratore erano apparse subito disperate.
Il sostituto procuratore del tribunale di Taranto Antonella De Luca ha iscritto nel registro degli indagati quattro persone. Sono stati inoltre concessi all’Ilva 60 giorni di tempo per “adottare tutti i provvedimenti necessari atti ad evitare pericolose esposizioni del personale alle proiezioni di metallo fuso durante le operazioni di colaggio dell’altoforno”.
 
Nota congiunta dei Segretari della Cisl di Taranto Brindisi e di Puglia Basilicata, Daniela Fumarola e Giulio Colecchia
«Esprimiamo il più turbato cordoglio a nome di tutta la Cisl alla famiglia di Alessandro Morricella, vittima dell’incidente sul lavoro che si è consumato lunedì scorso all’Altoforno 2 dell’Ilva e che oggi ha dato un profondo dolore ai lavoratori del siderurgico. Il verificarsi tragici incidenti come questo, ci chiama ad interrogarci nuovamente sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori e sulla cultura della prevenzione che non ha ancora raggiunto un livello di efficacia, consapevolezza e condivisione sufficiente ad evitare dolorosi drammi come quello che ha colpito la famiglia di Alessandro. Bisogna intensificare le azioni preventive e quelle di controllo perché ancora una volta, vogliamo ribadirlo, la vita umana non è un fattore della produzione ma un patrimonio e un valore umano insostituibile e non commerciabile».

 

 

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