lunedì 25 novembre 2024


15/07/2015 11:48:56 - Provincia di Taranto - Attualità

Ma Confcommercio dubita sulla reale efficacia del provvedimento, che non viene ritenuto risolutivo

«L’operazione delle Forze dell’Ordine, e il grande dispiegamento di uomini- ASL compresa- , di domenica sera al Lungomare di Taranto ha certamente lasciato il segno, e conferma che da parte delle autorità preposte vi è attenzione al problema dell’abusivismo.
Un intervento lodevole, ma purtroppo non risolutivo. Le postazioni abusive di vendita di cibo e bevande ben difficilmente abbandoneranno il campo, ed il prossimo fine settimana, se le forze dell’ordine non effettueranno un nuovo blitz, certamente riprenderanno la loro attività di vendita e di somministrazione abusiva in uno dei punti più belli della città.
Una decina di verbali e qualche sanzione non può bastare a contrastare una situazione che addirittura starebbe per essere legalizzata da una delibera del Comune che a giorni potrebbe completare il suo iter amministrativo, dando così il ‘diritto di esercizio’ – sino al 30 settembre prossimo- ad attività che sino ad oggi hanno operato nell’alveo della illegalità.
La questione va avanti da tempo: già dal settembre del 2014 si chiedeva l’intervento del Comune a fronte del proliferare di attività di somministrazione (via D’Aquino, piazza Garibaldi, Lungomare) in contrasto con le varie normative ed obblighi tra i quali: il Regolamento comunale del Piano del commercio su Aree Pubbliche, il Regolamento comunale di Igiene e Sanità Pubblica, gli obblighi di sorvegliabilità e divieto di somministrazione di alcoolici ai minori, mancato pagamento della tassa di occupazione del suolo pubblico, etc.
Nel maggio di quest’anno la Giunta comunale, con propria delibera, individuava, per la stagione estiva 2015, una serie di aree da destinare all’esercizio del commercio su aree pubbliche. La delibera veniva contestata dalle organizzazioni del commercio e dell’artigianato, ed in un successivo incontro con l’Amministrazione si stabiliva che la delibera fosse modificata. La nuova delibera del giugno scorso ha portato da tredici a venti il numero delle postazioni sparse in città.
Delibera a parte, il problema è di metodo. O l’Amministrazione comunale, riguardo a questa complessa materia, si da una strategia complessiva e decide come gestire il territorio e quali criteri adottare per dare qualità e legalità al settore della somministrazione da strada (ammesso che ve ne sia necessità) , o Taranto continuerà ad essere una città che vive alla giornata. Il turismo non è una attività che si può improvvisare; l’Amministrazione comunale continua a non programmare e a tentare di risolvere le situazioni difficili con soluzioni tampone che danno una patente di legalità a ciò che non dovrebbe trovare spazio, condannando così Taranto ad un ruolo marginale nella Puglia delle vacanze.
La problematica della somministrazione abusiva è una delle tante questioni aperte di un territorio che non riesce a programmare il suo futuro».










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