Il capitolo, economicamente destabilizzante, è quello dei danni alla famiglia Scazzi, costituitasi parte civile
C’è un altro capitolo spinoso che si apre per la famiglia Misseri dopo la conferma, da parte della corte d’assise d’appello, della sentenza di condanna di Sabrina e Cosima all’ergastolo per il sequestro e l’omicidio di Sarah Scazzi, e della pena a 8 anni di reclusione per Michele Misseri, ritenuto responsabile dell’occultamento del cadavere della nipotina.
Il capitolo, economicamente destabilizzante, è quello dei danni alla famiglia Scazzi, costituitasi parte civile tramite gli avvocati Nicodemo Gentile, Antonio Cozza, Walter Biscotti e il tarantino Luigi Palmieri (l’unico presente lunedì sera alla lettura della sentenza). La corte d’assise d’appello ha infatti condannato gli imputati al pagamento delle spese processuali a favore dello Stato e al pagamento di ben 36mila euro delle spese legali sostenute dalla famiglia Scazzi, dall’ex badante e dal Comune di Avetrana, costituitosi in giudizio tramite l’avvocato Pasquale Corleto.
Il 20 aprile del 2013 la corte d’assise, al termine del processo di primo grado, dispose una provvisionale immediatamente esecutiva di 130mila euro a favore della famiglia Scazzi e di 3mila euro a favore dell’ex badante rumena della stessa famiglia, costituitasi nel processo contro Sabrina, accusata di calunnia nei suoi confronti. Ma il conto presentato dai difensori di parte civile - ora ancor più legittimati a procedere in separata sede - è di ben 33 milioni di euro. La maggior parte delle richieste (27 milioni) è a carico dei tre imputati principali: Sabrina Misseri, Cosima Serrano e Michele Misseri. Tre milioni di euro, invece, è stato chiesto come risarcimento danni all’altro imputato di concorso in soppressione di cadavere e cioè il fratello di Michele, Carmine Misseri. L’avvocato Luigi Palmieri, che assiste anche la romena Maria Ecaterina Pantir, ha invece chiesto un risarcimento danni di 250mila euro alla sola Sabrina Misseri che risponde di calunnia nei confronti dell’ex badante di casa Scazzi.
Malgrado siano trascorsi più di due anni dalla sentenza di primo grado, la famiglia Misseri non ha pagato né le spese legali, né tantomeno la provvisionale immediatamente esecutiva. Adesso con una sentenza doppia conformo, e cioè che conferma le responsabilità dei condannati già in primo grado, gli avvocati passeranno all’attacco. Una prima richiesta di sequestro conservativo dei beni fu fatta all’inizio del dibattimento di primo grado ma i giudici respinsero la richiesta ritenendo che mancassero i presupposti per l’adozione di un provvedimento di sequestro conservativo in quanto «il patrimonio immobiliare degli imputati, la cui consistenza è evincibile dai documenti allegati alla istanza della parte civile, non presenti quel canone di inadeguatezza o insufficienza rispetto alle pretese risarcitorie». I giudici sottolinearono inoltre che «non erano stati indicati elementi certi ed univoci di un potenziale depauperamento del patrimonio degli imputati che, lo si ribadisce, è comunque costituito da beni immobili, se si eccettua un generico riferimento ad un pericolo di dispersione». Ma due sentenze dopo, e con altri 36mila euro di spese legali altrui da risarcire (tacendo delle proprie), il patrimonio della famiglia Misseri è decisamente a rischio.