Sul tema ritorna la Confcommercio
Oggi è così, domani tutto cambia, senza che poi nulla cambi per davvero. Taranto, città slow. Il ritmo lento si addice alla città magno-greca. Chissà se quella nuova, quella del prossimo futuro, la città spartana insomma benedetta dal sindaco Stefano, sarà un po’ più fast.
L’eterno ritorno accompagna le idee, i progetti, i cantieri pubblici sempre là per là per partire, gli annunci a mezzo stampa. E’ come se la città girasse in tondo, attorno a se stessa. Palazzo degli Uffici, Barraccamenti Cattolica, Arena Artiglieria, Palazzo Frisini, cinema Fusco …
Sulle pagine dei quotidiani di dieci anni si scriveva degli stessi argomenti. I finanziamenti, le autorizzazioni, i bandi, i ritardi, le esclusioni, i treni persi. E la città sempre là a lagnarsi di quella direzione ministeriale o di quell’ufficio regionale che l’aveva esclusa, penalizzata, o che altro ancora.
E intanto l’ex cine teatro Fusco, sempre più avvolto dalla sua polvere grigio-rosso dell’Ilva, rimane desolatamente chiuso. Un mese e mezzo fa i Giovani Imprenditori di Confcommercio avevano inscenato un happening proprio davanti al Fusco, per richiamare l’attenzione della Amministrazione comunale sull’ex teatro chiuso, assurto a simbolo – aveva spiegato il presidente dei Giovani, Salvatore Cafiero- di quel fatale immobilismo che purtroppo caratterizza il lento decadere del Borgo umbertino di Taranto. Il cuore storico della Taranto moderna, quella al di là del ponte. L’area urbana attorno alla quale Confcommercio ha concentrato negli ultimi dieci anni buona parte delle sue attività fatte di incontri, riunioni, interventi, lettere e vane attese. I temi, sempre gli stessi, i problemi sempre uguali, i metodi della politica identici.
“Per restare in tema di Fusco: un mese e mezzo fa l’assessore alle Attività Produttive del Comune, G. Scasciamacchia, interviene nell’iniziativa dei Giovani Imprenditori per rassicurare i nostri sui tempi del Progetto ormai in fase di start up. Oggi apprendiamo – osserva Cafiero- che il Comune ancora una volta sarebbe stato ‘gabbato’ dal Ministero che si è ripreso i fondi per il recupero e che c’è il rischio concreto che Taranto debba addirittura restituire il danaro utilizzato per l’acquisto della struttura. La Regione avrebbe presentato ricorso. Non resta che incrociare le dita e sperare nel buon esito”.
Cose che succedono nell’antica città magno greca forse troppo slow; chissà se in quella futura – quella spartana, benedetta dal sindaco- le cose andranno meglio!