Caporalato, la storia delle due braccianti di San Giorgio che ogni notte, alle 3, lasciavano la loro città per lavorare nelle campagne fra Andria e Canosa
Paola, 49 anni e madre di tre figli, è morta perchè doveva portare a casa 27 euro al giorno in cambio di 7 ore di lavoro nei campi e di 5 ore di viaggio. Arcangelo, 42enne, collega e concittadino di Paola Clemente, è in coma da 10 giorni per 30 euro. Sono loro i nuovi martiri del lavoro. Ogni notte, alle 3 lasciavano la loro città, San Giorgio Jonico, nel tarantino, per raggiungere le campagne tra Andria e Canosa di Puglia, nel nord barese, dove lavoravano all’acinellatura dell’uva. Facevano un viaggio di oltre 150 chilometri, 300 tra andata e ritorno. Tornavano a casa dopo 12 ore, se tutto andava bene.
Ora, dopo polemiche e prese di posizione dei sindacati, sulla morte di Paola la procura di Trani ha deciso di aprire un’indagine contro ignoti per omicidio colposo ed omissione di soccorso. Sul tavolo del magistrato di turno Alessandro Pesce è arrivato l’esposto-denuncia depositato il 14 agosto scorso dal marito della donna, Stefano Arcuri, assistito da tre avvocati: il prof. Pasquale Chieco, Vito Miccolis e Giovanni Vinci. Arcuri chiede di sapere come è morta Paola quel maledetto 13 luglio mentre lavorava all’acinellatura dell’uva sotto un tendone che le toglieva il fiato. Il pm ha disposto la riesumazione del corpo e ha fissato per il 21 agosto l’autopsia, affidata al medico legale dell’Università di Bari Alessandro Dell’Erba.
La procura di Trani ha indagato l'autista del bus che ha condotto Paola Clemente e altri braccianti nelle campagne di Andria, in cui la 49enne è morta. Nell’indagine si ipotizzano i reati di omicidio colposo ed omissione di soccorso. L’indagato è il tarantino Ciro Grassi, indicato nella querela come colui che ha organizzato la squadra.
Grassi, a quanto si apprende, è stato anche colui che ha avvisato Stefano Arcuri, marito di Paola Clemente, che la moglie era stata colta da malore il 13 luglio, giorno del decesso della bracciante. La donna, da un paio di giorni prima del decesso, avvertiva dolori al collo a cui non aveva dato molta importanza perchè ne soffriva da alcuni anni.
L'iscrizione del nome di Grassi nel registro gli indagati - precisano fonti inquirenti – è un atto dovuto in vista dell’autopsia che sarà compiuta il 21 agosto, dopo la riesumazione del corpo dell’operaia.