«Il Consiglio Comunale di Avetrana ha approvato il Bilancio di previsione lo scorso 31 agosto, anche se il termine ultimo era quello del 30 luglio. La Prefettura aveva poi concesso 20 giorni di proroga a partire della data di ricevimento della diffida avvenuta il 12 di agosto»
Per la consigliera Rosaria Petracca, quello votato nei giorni scorsi dai banchi riservati alla minoranza, è stato l’ultimo Bilancio della sua prima esperienza amministrativa (in primavera ad Avetrana si tornerà alle urne).
«È tempo, quindi, di bilanci anche per me» afferma Rosaria Petracca. «La delusione è cocente. Occorre principalmente riscrivere il ruolo che la classe politica ha nella partecipazione e nella determinazione della vita pubblica.
La prima vera delusione arriva dalla diversa considerazione che gli organi di controllo (in questo caso la Prefettura) ha a seconda che le violazioni siano commesse da privati cittadini o da un Ente pubblico. Svolgendo il lavoro di commercialista so per certo che il mancato rispetto di una qualsiasi scadenza rappresenta sanzioni e multe per chi commette la violazione o l’omissione, mentre ad un Ente pubblico si concedono proroghe e rinvii e si permettono atti e comportamenti lesivi nei confronti della minoranza. Per una donna di sinistra, il rispetto delle regole è alla base della vita civile ma ho capito, in questi 5 anni le sfumature e i contorni non definiti delle regole quando si rapportano alla casta.
La seconda delusione deriva dalla mancanza di impegno che la politica (tutta) dimostra per il proprio territorio. L’impegno non può essere, come è, solo elettoralistico: partecipazioni a manifestazioni, propaganda, impegno ad personam, ma deve essere finalizzato al miglioramento della vita della comunità complessivamente.
In questo, il fallimento dell’Amministrazione comunale a guida De Marco è sotto gli occhi di tutti. Nessuna identità per il territorio è stata tracciata, nessuna nuova opera che possa dare un valore aggiunto al territorio, nessun governo e nessuna conoscenza dei tanti fenomeni sociali che nel frattempo hanno attraversato la nostra comunità. Il territorio è devastato dall’incuria, opere pubbliche programmate ma inevase. A nulla vale la ripetizione continua da parte dell’assessore al ramo che tutti i Comuni di Italia sono nelle medesime condizioni e la crisi generale ha determinato, di fatto un impoverimento delle casse comunali».