Il consigliere regionale torricellese Giuseppe Turco ritorna a puntare l’indice su un’opera pubblica che non ha mai condiviso
«Parrebbe che nel contratto che lega il Comune di Torricella all’associazione tra imprese per la gestione del semaforo intelligente non sia stato previsto un termine temporale della convenzione, che sarebbe invece legata al raggiungimento di un tetto economico».
Il consigliere regionale torricellese Giuseppe Turco ritorna a puntare l’indice su un’opera pubblica che non ha mai condiviso.
«Sapevo che l’affidamento del servizio semaforico di Torre Ovo fosse una telenovela. Sapevo anche che gli attuali amministratori sono innamorati dei sistemi automatici per la rilevazione delle infrazioni al Codice della Strada e che spesso i contratti hanno durata trentennale. Mai avrei potuto immaginare che si arrivasse a tanto» è la premessa di Turco. «Il contratto stipulato per il semaforo non avrebbe un termine temporale! Il quadro che ne esce fuori ha dell’incredibile»,.
Turco sintetizza la vicenda.
«Nel luglio del 2012 il Comune di Torricella decide di dotarsi di un semaforo intelligente da collocare a Torre Ovo, motivando questa scelta urgente con l’intento di prevenire eventuali incidenti stradali .Bene, tralasciando il meccanismo utilizzato per l’affidamento del servizio (che fu oggetto di denuncia alle autorità competenti), noi tutti pensavamo che la società fosse legata al Comune con un contratto della durata di 36 mesi. Infatti si fece riferimento ad un ritorno economico per l’associazione tra imprese di circa 196mila euro, da versare in 36 rate. Né l’assessore al ramo, che è stato intelligentemente nascosto, né il sindaco hanno mai avuto l’ardire di spiegare la differenza tra 36 rate e 36 mesi. Ma ecco, alla fine del triennio contrattuale, emergere l’ultima tessera mancante del mosaico: parrebbe infatti che, non essendo stata inserita nel contratto la data di scadenza, la società potrebbe rimanere a gestire il semaforo anche per 20 anni, fino, cioè, a raggiungere la famosa somma di circa 196mila euro, da versare in 36 rate. E il Comune? Il Comune può aspettare. Diventerà proprietario del semaforo quando l’associazione tra imprese avrà capitalizzato la somma, come da contratto.
Se tutto fosse vero (cosi come ho appreso nelle telefonate intercorse tra il sottoscritto e il Comune) non ci sarebbe più spazio nemmeno per ironizzare. Sarebbe un caso unico nel settore dei contratti. Il sindaco, allora, assuma autonomamente delle decisioni a tutela dell’immagine di Torricella. Non me ne voglia, ma è una storia cosi poco edificante per le istituzioni cui occorre porre rimedio».