Riscontrati difetti di notifica ad un imputato e ad alcune parti civili
Per un difetto di notifica all’imputato Nicola Fratoianni, deputato di Sel ed ex assessore regionale della Puglia, accusato di favoreggiamento personale, e per l’omessa notifica ad alcune parti civili, il maxi-processo, iniziato oggi a Taranto, per il disastro ambientale che sarebbe stato causato dall’Ilva è stato aggiornato al primo dicembre prossimo. Per motivi logistici, il processo si svolgerà d’ora in poi nell’aula magna della Scuola volontari dell’Aeronautica militare di Taranto.
Prima che l’udienza venisse aggiornata, sono state depositate ulteriori richieste di costituzione di parte civile, tra cui quelle di altri proprietari di immobili del quartiere Tamburi di Taranto, che sarebbero stati danneggiati dall’inquinamento proveniente dall’Ilva, e della Asl di Taranto. In aula, tra il pubblico, c'era anche Amedeo Zaccaria, padre di Francesco, l’operaio morto il 28 novembre 2012 cadendo da una gru all’interno della cabina che stava manovrando da un’altezza di 60 metri al passaggio di un tornado. L’incidente mortale di Zaccaria, e quello di un altro operaio, Claudio Marsella (schiacciato da un locomotore il 30 ottobre 2012), sono tra gli episodi contestati ad alcuni imputati del maxiprocesso accusati di omicidio colposo.
All’esterno del Palazzo di giustizia, durante lo svolgimento dell’udienza, si è svolto un sit-in organizzato dal sindacato Slai Cobas.
Nella prima udienza nell’aula Alessandrini del Palazzo di giustizia di Taranto il presidente della Corte di assise, Michele Petrangelo (a latere Fulvia Misserini più sei giudici popolari), ha fatto l'appello degli imputati, in tutto 47 (44 persone fisiche e tre societa), cui è seguito quello delle partici civili, circa mille.
Il processo, a carico dei vertici Ilva, di politici, imprenditori e funzionari ministeriali e regionali, si tiene dinanzi alla Corte di assise perché tra i reati contestati c'è l’avvelenamento delle acque o di sostanze alimentari.
"La storia giudiziaria di Taranto per quanto riguarda i processi per reati ambientali e per inquinamento è lunga", ha detto il procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, parlando con i giornalisti a margine della udienza. "L'inizio risale addirittura agli anni '80 – ha aggiunto Sebastio – c'è stata tutta una serie di procedimenti penali che sono stati portati avanti sulla base di ipotesi di reato che via via salivano sempre più di livello e oggi siamo arrivati dinanzi alla Corte di Assise. Non dimentichiamo che sono stati abbattuti migliaia di capi di bestiame, oltre al problema della mitilicoltura. La sentenza ci dirà se quelle ipotesi di reato erano fondate".