Un intervento del movimento “Taranto Respira”
«Analizzando il suo quasi decennale mandato, non troviamo nei suoi atti altro che vaghi appelli rivolti a tutti ma nessuna barricata, nessuna presa di posizione a difesa della città, sempre deferente nei confronti di chi conta e poco attento alla drammatica situazione ambientale, che nonostante promessi e decreti, ha sempre più compromesso la salute e la vita di tutta la città.
Del suo operato si ricorderanno ordinanze quasi virtuali, come quella emessa nel 2010, con cui vietava ai bambini di giocare nelle aree verdi del quartiere Tamburi a causa della enorme quantità di berillio e, paradossalmente, successivamente, a quegli stessi bambini fu offerta la possibilità di una vacanza gratuita a Lido Azzurro, nei pressi di un bosco contaminato da rifiuti speciali e amianto.
Quell’ordinanza non fu mai fatta rispettare e nel 2012 ne sopraggiunse un’altra con cui si intimava a tutti i cittadini il divieto di accesso nelle zone verdi non pavimentate, inutile scriverlo, anche questa caduta nel nulla. Sempre nel 2012 Stefàno facendo seguito a una lettera del procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, con la quale si informavano Regione, Provincia e Comune dei risultati della perizia chimica sulle emissioni inquinanti dell’Ilva, intimava all’ILVA l’esecuzione dei lavori per ridurre inquinamento e l’impatto ambientale entro 30 giorni dalla notifica del provvedimento, pena la fermata degli impianti. Bellissimo atto di coraggio, peccato che fosse tardivo, visto che il nostro sindaco aveva da poco sottoscritto l’AIA nei confronti dell’ILVA, autorizzazione che i Riva non erano mai riusciti ad ottenere.
Non parliamo del contenzioso sull’ICI, conclusosi con un accordo di conciliazione che fece risparmiare all’azienda circa 3 milioni e quattrocentomila euro, indispensabili per sollevare dal baratro le casse del nostro dissestato Comune. Accenniamo appena alle intercettazioni risalenti al 2010 (riportate integralmente da Il Fatto Quotidiano) in cui rispondeva a Girolamo Archinà per fissare il più lontano possibile la data del referendum indetto da Taranto Futura sulla chiusura parziale o totale dell’ILVA, referendum celebrato soltanto nel 2013.
Oggi, però, ci rivolgiamo al sindaco chiedendogli come possa, nonostante indagini epidemiologiche e pubblicazioni come lo studio S.E.N..T.I.E.RI che certificano una mortalità superiore alla media regionale e nazionale nella popolazione tarantina per eccesso di inquinamento, plaudire all’operato del Governo, che ignorando l’evidente disastro ambientale e sanitario, ha promulgato otto decreti volti a salvare l’ILVA e con il nono ha deciso di abbandonarla e svenderla sempre sulla pelle dei tarantini. Chiediamo come possa, nonostante la certezza del realizzarsi di picchi di IPA nel corso dei Wind days, documentati quotidianamente dall’associazione Peacelink, tergiversare ancora e demandare le proprie decisioni ai pareri tecnici di ARPA e ASL, appellandosi al principio di precauzione.
Il nostro sindaco evidentemente ignora che proprio questo principio stabilisce che, anche in assenza di valutazioni scientifiche, possano essere adottate misure provvisorie e modificabili proporzionali al livello di protezione ricercato. E oggi, dopo la pubblicazione delle raccomandazioni dell’ASL e l’ammissione da parte di ARPA di elevati quantitativi di IPA, dopo l’azione dei NOE di Lecce e soprattutto dopo l’ulteriore dramma di una vita sacrificata in nome di un lavoro che toglie tutto a questa città, ci chiediamo che cosa rimanga di quel giuramento di Ippocrate ormai troppo lontano, con cui un giovane medico si apprestava a difendere la salute e la dignità del malato; ci chiediamo che cosa abbia spinto il nostro primo cittadino a rinunciare fin dall’inizio al ruolo di rappresentante e primo tutore della salute pubblica, rinuncia che lo ha portato ad essere indagato e rinviato a giudizio per abuso d’ufficio ed omissione di atti d’ufficio.
Non si può più attendere e vedere cosa succederà perché ogni giorno che passa è un ulteriore avvelenamento, è un bollettino che si arricchisce di nuove morti e nuovi incidenti che ci portano passo dopo passo verso la catastrofe finale di una città senza lavoro e senza salute. Non ci sono solo i wind days, noi viviamo in una costante situazione di pericolo e per questo sarebbe opportuno per chi ha non guidato fino ad ora la città farsi da parte e lasciare il posto a chi guardi veramente al bene comune».
Vittoria Orlando
Coportavoce movimento civico Taranto Respira