Venerdì il quadrangolare fra le rappresentative dei Magistrati, della Polizia Penitenziaria, dei Detenuti e degli Avvocati
Una festa del calcio e un passo in più nel processo di riabilitazione dei detenuti.
La terza edizione di “Fuorigioco”, il quadrangolare di calcio ideato e organizzato da Giulio Destratis che coinvolge le rappresentative della Polizia Penitenziaria, dei Magistrati, degli Avvocati e dei Detenuti, è stata presentata stamani a Taranto, alla presenza di un testimonial d’eccezione: il campione del mondo Antonio Cabrini.
A prendere per prima la parola all’interno dell’aula dei convegni del carcere tarantino, è stata la direttrice Stefania Baldassarre, la quale ha rimarcato la valenza sociale della manifestazione e l’importante adesione fornita dall’Associazione Nazionale Magistrati e dalla Magistratura di Sorveglianza.
Il moderatore dei lavori, il collega Gianni Sebasio, ha poi passato la parola proprio alla dott.ssa Casciaro, presidente del Tribunale di Sorveglianza.
«Abbiamo aderito molto volentieri a questa iniziativa, fondamentale nel processo di rieducazione dei detenuti» le sue parole. «Una statistica testimonia come per i detenuti che aderiscono a eventi di tipo culturale o aggregativo la percentuale di recidiva è molto bassa. Poiché sono costretti ad allenarsi in uno spazio molto piccolo, sarebbe auspicabile che il Ministero potesse prevedere un campetto un po’ più adeguato alle loro esigenze».
Il microfono è poi passato al campione del mondo, Antonio Cabrini.
«Il calcio unisce e migliora la gente. I detenuti coinvolti in questa iniziativa» è l’auspicio di Cabrini, «non devono sentirsi ristretti. In passato saranno incappati in qualche errore, ma proprio questo torneo può costituire un punto di ripartenza».
Stuzzicato dal giudice Rosati sul rigore sbagliato alla finale dei Mondiali del 1982, Cabrini ha risposto con una battuta.
«Mi capita di rivedere quella partita e, ogni volta, sono convinto che sia quella buona per realizzarlo quel rigore» ha scherzato. «Purtroppo finisce sempre fuori…».
E’ stata poi la volta dei due magistrati presenti. Il dott. Carboni ha ricordato come la rappresentativa dei Magistrati sia la campionessa uscente e ha poi posto l’accento sulla necessità di avere delle carceri, oggi sovraffollate, a misura d’uomo.
«Il torneo di venerdì? Speriamo di riuscire a offrire uno spettacolo decoroso».
Per il dott. Rosati, invece, il torneo può essere una braccia nei muri che dividono i ragazzi detenuti dal resto del mondo.
E’ intervenuto anche uno dei massimi dirigenti del Taranto, l’avv. Tonio Bongiovanni, presente con i calciatori Yeboah e Nosa.
«Attraverso il calcio, ci sforziamo a offrire un rilancio all’immagine della città» il suo impegno.
Infine il microfono è stato passato a Giulio Destratis, infaticabile organizzatore del torneo, che si svolgerà venerdì sera allo Iacovone di Taranto. Destratis ha letto una lettera che gli ha inviato, lo scorso anno, un detenuto che aveva partecipato al torneo.
«Ho rivissuto emozioni che avevo perso: è stato uno stimolo a credere di più in un futuro diverso» le sue emozionanti parole.