Dopo quasi cinque anni, verso la risoluzione il problema che ha impedito sinora al signor D’Ippolito di uscire da casa
Un appartamento senza barriere architettoniche in uso gratuito, in attesa che nella palazzina dell’ex IACP si realizzi l’ascensore.
Finalmente la soluzione per il triste problema del signor Cosimo D’Ippolito, da cinque anni (da quando, ovvero, un ictus limita sensibilmente la sua deambulazione), letteralmente “recluso” nel suo appartamento del secondo piano di un alloggio di edilizia popolare, realizzato dall’ex Istituto Autonomo Case Popolari. E’ stata annunciata nel corso della trasmissione “Storie Vere”, rubrica giornalistica di “Uno Mattina” condotta da Eleonora Daniele.
Nel servizio realizzato a Torricella, il sindaco Emidio Depascale e l’assessore ai Servizi Sociali Angelo Caputo hanno mostrato, attraverso le telecamere della Rai, un appartamento di circa 100 metri quadrati, nuovo, che sarà utilizzato dalla famiglia di Cosimo D’Ippolito (che vediamo in una foto di Mimmo Carrieri, che per primo ha sollevato il caso), nel tempo necessario affinchè la palazzina dell’ex Iacp sia dotata dell’ascensore.
«Il Comune si assumerà l’onere dei costi del fitto di quest’appartamento, privo di barriere architettoniche» sono state le parole del primo cittadino torricellese. «Il signor D’Ippolito e la sua famiglia potranno viverci tranquillamente, in attesa dell’esecuzione dei lavori. Abbiamo accertato che i finanziamenti per la realizzazione dell’ascensore nella palazzina in cui è ubicato l’alloggio del signor D’Ippolito ci sono già: furono stanziati dalla Regione Puglia alcuni mesi fa. Entro la fine del mese, sarà anche approvato il progetto. Poi occorrerà attendere il tempo necessario per l’esecuzione dei lavori. Una volta ultimati, il signor D’Ippolito e la sua famiglia potranno ritornare nell’alloggio di loro proprietà».
Dopo aver atteso cinque anni e grazie ad una serie di battaglie intraprese dalla figlia di Cosimo D’Ippolito, la signora Albertina (presente negli studi della Rai), finalmente la risoluzione di un problema assurdo, che ha limitato la libertà del protagonista di questa vicenda. Una storia che ha calamitato l’attenzione di tantissimi media nazionali, attoniti per la situazione che si era venuta a creare. Anche nel corso della trasmissione “Storie vere” di ieri mattina, uno degli ospiti in studio, il giornalista e conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone, ha stigmatizzato l’ingiustizia subita nel corso di questi anni da parte di Cosimo D’Ippolito.
«Più che “alloggi popolari”, bisognerebbe definirli “alloggi impopolari”» ha attaccato Cecchi Paone. «E’ assurdo che un’opera, sovvenzionata con i soldi pubblici, sia stata costruita con le barriere architettoniche».
«Siamo contenti del risultato ottenuto. Ma saremo completamente soddisfatti solo quando potremo finalmente uscire con il signor Cosimo D’Ippolito per festeggiare la risoluzione del problema in pizzeria».
Ilaria Pinnella, responsabile legale dell’associazione “Movidabilia – Spazi senza barriere”, ha espresso, nel servizio mandato in onda ieri mattina da “Storie Vere”, la propria gioia per la luce che si inizia a intravedere in fondo al tunnel di questa storia assurda. L’intervento dell’avvocato Pinnella, che con l’associazione che rappresenta ha preso a cuore il problema, è stato decisivo. A seguito di una precisa istanza, è stato il giudice a stabilire che andava trovata un’alternativa all’attuale alloggio, indicando anche dei termini entro i quali andava restituita la .. libertà piena al signor Cosimo D’Ippolito.
«Spero che quella del nuovo appartamento sia una soluzione breve, transitoria: noi vorremmo poter ritornare a vivere quanto prima nel nostro alloggio» le parole della figlia di Cosimo D’Ippolito, la signora Albertina. «E’ stato umiliante convivere con questo problema. Quando mio padre aveva necessità di visite mediche o, comunque, di uscire dal nostro appartamento, siamo stati costretti a rivolgerci ai vigili del fuoco, oppure è stato trasportato per le scale da quattro persone.
Cosa mi diceva? Quando si rendeva conto che continuavamo a sbattere su un muro di gomma, mi chiedeva di lasciar perdere. Devo però anche aggiungere che, nonostante le sofferenze, nessuno mai è riuscito a togliere il sorriso dal volto di mio padre».