La relazione di Antonio Castellucci
«Il convegno accresce il novero delle molteplici proposte ed iniziative assunte negli ultimi anni dalla Cisl, in stretto raccordo con tutti i livelli della nostra Confederazione, riguardo al tema dello sviluppo, del risanamento ambientale, dell’ individuazione e rilancio delle potenzialità economiche e produttive diversificate del nostro territorio.
Prima di entrare nel merito del Cis dell'area di Taranto è opportuno compiere una riflessione su quello che è stato negli ultimi anni il contesto economico e sociale di quest’area.
Andando ad analizzare i dati statistici (ante Cis) per gli anni 2013 e 2014, il sistema economico ionico ha subito in realtà una recessione maggiore rispetto a quasi tutte altre province pugliesi.
Nel 2014 il territorio ha rallentato la produzione di ricchezza; di fatto il valore aggiunto prodotto a prezzi correnti, ha registrato, rispetto al 2013, un valore del -3,2%. Siamo ultimi dopo Foggia che si attesta al -1,7%, invece il territorio di Brindisi ha segnato la migliore performance pugliese con il +0,2%, in media con il valore nazionale.
Per evidenziare meglio il sistema economico provinciale, contestualizzato anche nella realtà Pugliese, è importante a nostro avviso riportare anche all'attenzione i dati, rilevati dall'Istituto Guglielmo Tagliacarne, del valore aggiunto prodotto per settori produttivi :
• commercio e servizi è pari al 72,8% (di cui servizi 56,2%, commercio 16,6%) un dato inferiore di 1,4 punti alla media nazionale (74,4%) e di ben 4,4 punti a quella pugliese (77,2%);
• industria ed edilizia hanno contribuito per il 20,8% alla formazione del valore aggiunto (industria in senso stretto 16,5%); costruzioni 4,3%, un livello superiore al dato medio regionale 17,9%, ma inferiore a quello nazionale (23,2%), e comunque insieme a Brindisi, Taranto è il territorio che si distingue dalle altre aree pugliesi che hanno una percentuale inferiore;
• agricoltura, silvicoltura e pesca, invece, sul valore aggiunto provinciale è pari al 6,4%, dietro Foggia che è al 8,5% e dove il dato regionale è il 4,8%; comparti quest'ultimi che a seguito di trend positivi appaiono essere con le maggiori possibilità di traino e potrebbero diventare insieme agli altri settori veri volani aggiuntivi per il rilancio dell’economia locale, dello sviluppo e dell’occupazione.
Esaminando anche il potenziale inespresso di crescita del territorio, e quindi alle cause del mancato sviluppo, è interessante prestare attenzione all'indice relativo alle infrastrutture materiali e immateriali (strade, ferrovia, reti energetico - ambientali, servizi a banda larga, strutture per le imprese) dove Taranto viene inquadrata nell'ambito delle aree a medio-alto potenziale inespresso e dove si colloca con un indice di valore pari a 83,5 (valore di riferimento è Italia = 100), e che è decisamente negativo in confronto ad altre province pugliesi, come Brindisi 134,6 e Bari 97,4, positivo rispetto a Foggia 64,5 e Lecce 70,3.
È evidente che il tema delle infrastrutture, collegandolo anche all'iniziativa di oggi, è un argomento fondamentale per l’attivazione di politiche finalizzate alla crescita ed allo sviluppo di un territorio.
Lo stato infrastrutturale risulta essere quindi penalizzante per le aree industriali del territorio, infatti la provincia dimostra una bassa sensibilità all'intero ciclo economico e dietro queste difficoltà ci sono vari fattori, tra cui:
• la poca attitudine alla progettazione e agli investimenti;
• il tessuto economico, sociale e imprenditoriale spesso parcellizzato;
• la globalizzazione dei mercati, che accentua un probabile isolamento internazionale, e limita la possibilità di beneficiare dei segnali di ripresa dell’economia globale;
• la mancanza di politiche dedicate al rilancio dell'intero Mezzogiorno, al netto degli ultimi provvedimenti, quali lo stesso Cis Taranto e il Masterplan che nel momento in cui dovesse concretizzarsi, dovrà avere necessariamente risorse aggiuntive, anche perché far ripartire il Mezzogiorno significa far ripartire l’intero Paese.
Nonostante tutte queste criticità, che farebbero pensare ad un futuro economico incerto, siamo in possesso comunque di risorse straordinarie. Oltre ai settori tradizionali infatti, basti pensare per esempio anche al potenziale turistico, agroalimentare, settore quest’ultimo che conta a Taranto e provincia circa 10 mila aziende ed oltre 20 mila addetti, e che di fatto sono settori poco valorizzati.
Auspichiamo un concreto aumento della visibilità delle principali mete turistiche, un miglioramento dei collegamenti infrastrutturali, un sistema portuale e retroportuale efficace ed efficiente, così come si sta delineando anche alla luce degli ultimi eventi.
Il nostro sistema produttivo ha necessità di competitività dei prodotti locali perché soffre per essere troppo tradizionale e non di alto contenuto innovativo.
L'innovazione e la ricerca sono un vantaggio ed una soluzione.
Il rilancio dei comparti ad alto contenuto tecnologico, devono essere una strategia per accrescere la competitività delle imprese locali per sostenere anche nuovi modelli di sviluppo incentrati sulla cooperazione tra gli attori del territorio e sulla condivisione delle conoscenze.
A nostro avviso serve concretamente un patto sociale tra tutti i soggetti operanti sul territorio, poiché non c'è più tempo per inutili divisioni.
In questa ottica possono assumere un ruolo centrale le collaborazioni tra Istituzioni, il sistema universitario e della ricerca ed i corpi intermedi della società.
Ulteriore tassello alla discussione odierna, nonché motivo di riflessione e contributo, sono anche i dati relativi all'occupazione.
Nel 2014, rispetto al 2013 altro dato negativo, è la disoccupazione: notiamo purtroppo l'aumento ulteriore di 10.400 persone, che in percentuale rappresentano il +6,2% in più.
Il tasso di disoccupazione è passato dal 15,5% nel 2013 al dato definitivo nel 2014 del 18,5%, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) è aumentato in provincia di Taranto passando dal 40,5% al 54,2%.
Oltre alla questione disoccupazione, ci preoccupa anche il futuro, ancora incerto, del più grande stabilimento siderurgico europeo, che è l’Ilva.
La presente fase particolarmente delicata nel quadro della cessione, che avverrà entro il prossimo giugno a soggetti o cordate industriali private, viene affrontata con atteggiamento condivisibile, in via di principio, da parte del Governo, che dagli acquirenti pretende un Piano industriale forte e credibile, che rispetti in primis gli impegni del risanamento ambientale, assicurando contemporaneamente il radicamento produttivo a Taranto e in Italia, oltre che una dotazione finanziaria imponente.
Se crollasse la siderurgia, non solo i dipendenti Ilva di Taranto e degli altri siti produttivi nazionali del Gruppo rischierebbero di perdere il posto di lavoro, ma una frana sociale, economica ed occupazionale enorme schiaccerebbe l’intera economia ionica e coinvolgerebbe il resto del Paese.
Ciò è dimostrato anche dalla riuscita dello sciopero unitario dello scorso 10 febbraio, partecipato non solo dai metalmeccanici ma anche dai lavoratori edili, dei servizi, dei trasporti, del settore elettrico, dell’energia ma anche dai pensionati e delle rappresentanze istituzionali, tra cui il Sindaco di Taranto con numerosi altri Sindaci della provincia, che hanno condiviso ciò che noi chiediamo ormai da anni: un'Ilva ambientalizzata, bonifiche e tutela dell’occupazione diretta, dell’appalto e dell’indotto.
Ed è proprio in questo contesto di preoccupazione economica e sociale che nasce il Cis per Taranto, quale vera opportunità, e perché no! anche di speranza per l’intero territorio ionico.
La genesi dei Cis è il decreto legislativo 31 maggio 2011, n. 88 avente come oggetto “Disposizioni in materia di risorse aggiuntive ed interventi speciali per la rimozione di squilibri economici e sociali”, a norma dell'articolo 16 della legge 5 maggio 2009, n. 42 art. 6, che prevede la stipula del Contratto istituzionale di sviluppo.
I Cis sono quindi nati per accelerare la realizzazione degli interventi contenuti nel decreto ed assicurare la qualità della spesa pubblica.
Il Contratto istituzionale di sviluppo per l'area di Taranto ha origine nello specifico con il Decreto Legge 5 gennaio 2015, n.1 altrimenti denominato Decreto Ilva, convertito in legge il 4 marzo 2015, n.20.
Lo stesso decreto prevede in modalità programmata l’attuazione sul territorio di interventi per far fronte alla situazione di criticità riguardante la città e l’area di Taranto sottoscritto da tutti i soggetti istituzionali chiamati a far parte di un apposito Tavolo istituzionale permanente (TIP).
Detto tavolo ha il compito di coordinare e concertare tutte le azioni in essere e definire strategie comuni utili allo sviluppo compatibile e sostenibile del territorio.
Lo stesso tavolo, così come individuato per la firma del Cis Taranto a dicembre 2015, è composto da un componente della Presidenza del Consiglio dei Ministri, da un rappresentante per il Ministero dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, delle infrastrutture e dei trasporti, della difesa, dei beni e delle attività culturali e del turismo, nonché da un rappresentante della Regione Puglia, della Provincia di Taranto, del Comune di Taranto e dei Comuni ricadenti nella predetta area (Taranto, Statte, Massafra, Montemesola, Crispiano), del Commissario straordinario per la bonifica, ambientalizzazione e riqualificazione di Taranto, dal Commissario straordinario del Porto di Taranto, Camera di Commercio, INVITALIA dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa.
Questo tavolo operativo UNICO, di fatto ha assorbito le funzioni di tutti i tavoli tecnici denominati su Taranto, istituiti presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e di quelli costituiti presso le amministrazioni centrali, regionali e locali per l’Area di di crisi di Taranto.
Una verifica degli impegni contemplati nel Cis Taranto si è tenuta lunedì scorso in Prefettura, dove si è riunito il Tavolo permanente presieduto dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
A conclusione dell’incontro in Prefettura, dove ci saremmo aspettati come OO.SS. come è accaduto nelle occasioni precedenti di essere convocati, ma così non è stato, il sottosegretario De Vincenti ha assicurato che non esistono da parte del Governo problemi di finanziamento per costruire quella che egli ha anche definito la “nuova Taranto”.
Per riqualificazione urbana, recupero della città vecchia, bonifiche ambientali, porto, infrastrutture, si passa finalmente dalla fase dell’annuncio a quella della spesa effettiva.
Il sottosegretario ha comunicato inoltre, lo stato di avanzamento degli interventi ambientali per le scuole del rione Tamburi e quelli per i beni culturali ex Convento Sant’Antonio e Chiesa Santa Maria della Giustizia.
Nel frattempo si è insediato il nucleo tecnico di valutazione con rappresentanti centrali e locali e verrà lanciato un concorso di idee (il 21 marzo prossimo a Roma, in occasione della prossima riunione del Cis Taranto) per il recupero di Città vecchia, premettendo che il Sindaco Stefàno ha già ufficializzato sul tema la presentazione di circa 100 schede progettuali che avrebbero incassato l’apprezzamento di Invitalia.
Quanto alle questioni del completamento della piastra logistica nell’area del Porto ed all’accelerazione sui dragaggi, al rilancio del molo polisettoriale e non per ultimo alla rimozione dei fusti radioattivi e bonifica della discarica Cemerad, i primi interventi dovrebbero concludersi entro luglio dell'anno prossimo.
Relativamente al Porto di Taranto, è stato pubblicato lunedì scorso sulla Gazzetta Ufficiale il bando di gara con cui l’Autorità portuale dichiara la disponibilità a cedere in concessione la banchina per lo sviluppo di traffici commerciali e della logistica.
Occorre guardare lontano, serve una visione strategica dove poter coniugare lavoro e sviluppo; il sistema porto è uno dei driver di sviluppo del nostro territorio e non solo, vista la sua importanza, va contestualizzato nel più ampio quadro delle opportunità connesse ad una economia del mare, di cui ancora non si riesce a cogliere tutti i vantaggi.
Vantaggi ad esempio di natura occupazionale se pensiamo alle possibili soluzioni per gli oltre 500 dipendenti in Cig dell'azienda TCT - Terminal Container Taranto.
Il porto di Taranto, localizzato in posizione strategica tra il Canale di Suez e Gibilterra, vanta progetti in essere per la realizzazione di infrastrutture per centinaia di milioni di euro.
Ha una zona franca non interclusa che può essere un valore aggiunto per tutto il territorio, ed un riconoscimento come porto di terza generazione. È accreditato per il progetto agroalimentare Fresh Port, ha in fase di completamento la Piastra Logistica ed è destinatario di finanziamenti previsti dai Pon Reti e Mobilità.
Per l’Arsenale della Marina Militare è previsto l’ammodernamento delle officine con il Piano Brin ed è confermato l’orientamento a riconvertire le aree non più utilizzate perché improduttive a museo di archeologia industriale, a fini di attrazione turistica.
Infine è stata annunciata anche la possibilità, attualmente al vaglio del Ministero della Difesa e, in particolare della Marina Militare, di un possibile ampliamento della Base navale di Taranto.
Le risorse finanziarie complessive a disposizione del Cis Taranto sono 864 milioni circa, dalla cui spesa non dovranno derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Il Cis per Taranto oggi diventa uno strumento straordinario unico, dove poter monitorare e verificare gli interventi ammessi, che vanno dal rilancio dell'arsenale della Marina Militare alle bonifiche del territorio, al porto ed alla riqualificazione e sviluppo dell’area di Taranto che comprende anche i comuni di Montemesola, Massafra, Statte, Crispiano.
Le risorse sono ripartite nel seguente modo: circa 391 milioni a tutto il sistema porto, 207 milioni per il nuovo ospedale San Cataldo, 99 milioni per l'edilizia abitativa e riqualificazione della città vecchia e quartieri più esposti all'inquinamento (Tamburi), 105 milioni circa per le bonifiche, oltre 37 milioni per l' Arsenale M.M. ed infine circa 24 destinati ad altre strutture.
Il contratto sottoscritto a dicembre si struttura in una serie di interventi come di seguito riportati:
Interventi con copertura finanziaria da accelerare per i quali lavori sono individuate soluzioni per favorire l'accelerazione dell'intervento, e riguardano la riqualificazione delle Scuole Taranto Tamburi e città vecchia, interventi di bonifica del porto di Taranto, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
• Interventi con copertura finanziaria da avviare e/o finalizzare, occorre quindi avviare o completare l'iter progettuale per l'espletamento delle procedure di gara e intervenire dove sono stati inseriti lavori urgenti di bonifica e riqualificazione di zone della città vecchia e del comune di Statte, del rione Tamburi, del primo Seno di Mar Piccolo, nonché recuperi di edifici come palazzo Carducci e palazzo Troilo, fino alla realizzazione del nuovo ospedale San Cataldo.
• Intervento piano stralcio per la realizzazione di azioni a valere sul fondo sviluppo e coesione 2014-2020 articolato in:
a) realizzazione di progetti di recupero infrastrutturale e adeguamento impianti dell’arsenale militare, dove è previsto che “il Ministero della Difesa e il Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, previa intesa con la Regione Puglia ed il Comune di Taranto, da acquisire nell’ambito del Tavolo Istituzionale, predispongano un progetto di valorizzazione culturale e turistica dell’Arsenale Militare marittimo di Taranto, fermo restando la prioritaria destinazione ad arsenale del complesso e le prioritarie esigenze operative e logistiche della Marina Militare”.
Occorre realizzare il Progetto di recupero infrastrutturale ed adeguamento impiantistico del complesso dell’arsenale militare, al fine di salvaguardarne la destinazione economica, considerato il ruolo strategico che ricopre per lo sviluppo economico di Taranto, costituendo il secondo polo occupazionale della città.
b) realizzazione di azioni per l’accelerazione degli interventi previsti dal contratto istituzionale di sviluppo per l’area di Taranto, dove l'amministrazione responsabile/soggetto attuatore è INVITALIA - Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A.
Considerato il ruolo centrale rappresentato dall’intervento di recupero della Città Vecchia, è necessario che la progettazione dell’intervento si fondi su una strategia di sviluppo complessiva dell’area di Taranto, definisca uno scenario condiviso di medio lungo periodo che delinei una visione del ruolo e delle funzioni della Città vecchia nel quadro dello sviluppo complessivo della città, e si ritiene, infine che il concorso internazionale di idee sia lo strumento più idoneo alla restituzione di una visione di sviluppo della Città Vecchia che tenga conto, oltre che delle proposte e dei contributi locali, anche di proposte di più ampio respiro nazionale ed internazionale.
• Allegato proposte di nuovi interventi,da avviare, che dovranno essere ritenuti validi dal tavolo Istituzionale Permanete, in linea con le strategie di sviluppo del territorio, con condizioni urgenti per la loro rilevanza economica e sociale e dovranno essere individuate le coperture finanziarie.
Importante è stata l'azione sindacale unitaria territoriale, che ha accompagnato l’intero percorso del Cis Taranto, con la concertazione, la condivisione e la convergenza nell'affrontare le questioni che abbiamo evidenziato nei mesi passati al Governo e ai rappresentanti dei Ministeri.
Per la Cisl sarà fondamentale ricondurre al centro del ciclo produttivo i lavoratori penalizzati dalla crisi degli ultimi anni, perciò auspichiamo che la c.d. Clausola Sociale riportata nel contratto vada oltre “l'impegno formale” e sia davvero, attraverso meccanismi certi, un impegno concreto a favorire i lavoratori di questo territorio.
Come Cisl chiediamo ulteriore attenzione e certezze da parte del Governo e delle Istituzioni affinché il Cis abbia tempi rapidi con gli investimenti previsti e sia davvero un'opportunità occupazionale, un vero riequilibratore sociale e un vero strumento di garanzia non solo per la salvaguardia dei livelli occupazionali di questo martoriato territorio ma una ulteriore possibilità per creare nuova occupazione e dimostrare che da Taranto e dal Mezzogiorno può RI-partire il riscatto sociale di migliaia persone e famiglie, per avere una speranza autentica e non più solo sogni incompiuti e disagi sociali.
Così come altrettanto importante, vista l'ingente somma destinata al Cis Taranto, non abbassare mai la guardia da parte delle forze dell'ordine perché dovrà esserci una continua prevenzione e una determinata repressione della criminalità organizzata per possibili tentativi di infiltrazione mafiosa nel circuito produttivo.
La Cisl continuerà a svolgere instancabilmente, il ruolo di proposta e di verifica sociale, affinché l’ occasione rappresentata dal Cis Taranto, che indubbiamente oggi possiamo buona pratica, non solo non venga vanificata da lungaggini ingiustificate, o da manie di protagonismo di qualcuno, ma renda giustizia ad un territorio ed alla sua gente che hanno tutto il diritto di guardare con fiducia e serenità ad un futuro civile, sociale, produttivo ed occupazionale pienamente soddisfacenti, dove conciliare SALUTE-AMBIENTE-LAVORO-SICUREZZA.
Quello che ormai sosteniamo a gran voce da diversi anni!
Concludo, facendo riferimento alle immagini della locandina dell’iniziativa di oggi. Vorremmo rendere sempre più chiara quella visione che appare un po’ annebbiata e che purtroppo ha rappresentato per troppo tempo il nostro territorio.
Confidiamo nella condivisione dei percorsi, nella discussione, nel confronto e nel coinvolgimento di tutti per trovare le soluzioni migliori affinché questo straordinario territorio possa risollevarsi e guardare al futuro con vera speranza.
Antonio Castellucci