Caso-Tunisia, prezzi in caduta libera e scarsa tutela dei prodotti italiani in Europa: «Per le aziende agricole è un lento morire, nonostante gli enormi sforzi per essere competitivi»
«Olio, latte, agrumi e grano: l’agricoltura italiana è sotto attacco». Tra le cause il crollo dei prezzi alla produzione, la concorrenza fortissima e spesso sleale da parte di Paesi terzi, oltre che scelte discutibili a livello di politiche europee.
Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto, parte proprio dall’ultimo caso in ordine di tempo, l’approvazione odierna da parte del Parlamento Ue di un contingente di importazioni a dazio zero di olio d’oliva dalla Tunisia, per dipingere uno scenario a tinte fosche per l’intero settore: «L’agricoltura italiana sta attraversando un momento difficile – dice – in diversi settori. Dobbiamo subire la caduta dei prezzi del grano pugliese e del latte fresco alla stalla, così come l’ingresso di olio d’oliva tunisino che destabilizzerà il nostro mercato, visto che l’Italia è il maggiore importatore d’Europa e la Puglia il maggior produttore italiano: un accordo fatto sulla nostra pelle».
Ma c’è di più, perché ogni giorno si apre un fronte nuovo: «Assistiamo increduli – rimarca Lazzàro – alla decisione dell'UE di proseguire i suoi rapporti con il Marocco, a dispetto della sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha giudicato l’accordo tra quel Paese e Unione Europa in violazione della legge internazionale. Con tutte le conseguenze del caso per la nostra agrumicoltura, che sta pagando un dazio pesantissimo sia all’arrivo di merce a basso prezzo proprio dal Nord Africa sia, non dimentichiamolo, all’embargo russo. L’Europa, insomma, non sta per nulla tutelando il made in Italy».
Per Confagricoltura, tutto questo «mina alla radice gli sforzi delle aziende agricole di restare sui mercati in modo competitivo». «Dobbiamo fare il doppio della fatica – spiega Lazzàro – perché mentre dobbiamo sottostare a controlli rigidi sulle nostre produzioni, dall’estero arrivano prodotti di tutti i tipi, quando non addirittura sofisticati e truffaldini, e con regole molto più blande delle nostre. Lo svantaggio competitivo che ne deriva, anche a livello di prezzi, è evidentissimo: per le aziende è una lotta impari, un lento ma inesorabile morire».
Di qui l’appello al mondo dell’agricoltura: «Dobbiamo mobilitarci – scandisce il presidente di Confagricoltura Taranto – a difesa dei nostri redditi e delle nostre aziende, che significa anche tutelare qualità dei prodotti e sicurezza dei consumatori. È giunto il momento – conclude – che l’agricoltura, in ogni sua espressione e rappresentanza, dia un segnale nitido e forte: altrimenti nessuno ascolterà le nostre sofferenze e riconoscerà i nostri sforzi immani, tantomeno le istituzioni europee sempre più sorde, cieche e lontane dalla realtà».