L’intervento dell’associazione “Made in Taranto” sulle barriere architettoniche
«Prendiamo il caso dei disabili: a questi non è concesso di vivere in città. Giacché non basta dover fare lo slalom tra le deiezioni canine dei signori bene, i disabili devono far fronte anche al problema delle auto parcheggiate sulle rampe dei marciapiedi.
C'è da dire che ultimamente sembra essere ripiombati in un'epoca dal sapore tardo medievale in cui i marciapiedi si configurano quale seconda area di parcheggio. Perché, dicono, si deve sopperire alla carenza di posti auto. Eh si perché la Taranto bene non ama parcheggiare troppo lontano dal luogo in cui svolgere le proprie faccende.. E quindi auto in doppiafila (se non tripla) come se piovesse, Suv nelle aree riservate ai disabili e immancabilmente nei pressi di rampe, scivoli e strisce pedonali. Con buona pace del senso civico e del rispetto dei concittadini in carrozzella, costretti a convivere con uomini primitivi in una città da quarto mondo in fatto di controlli.
C'è poi anche da dire che la polizia municipale tarantina ha recentemente acquistato uno speciale dispositivo in grado di multare i trasgressori (costato non si sa quanto).
Il dispositivo, denominato street control, doveva servire a garantire il ripristino del rispetto delle regole in città e contestualmente tutelare il controllore da possibili contestazioni dell’ultim’ora, evitandogli di scendere dall'auto. Ma, a quanto pare, lo street control funziona poco o per niente. E quel che è peggio, i disabili non hanno diritto di vivere in città dove le regole le scrivono gli automobilisti e la politica continua a fare divertenti proclami non accorgendosi che, forse, in questa città siamo fermi all'età della pietra. Altro che Medioevo. Altro che Magna Grecia».
Made in Taranto