mercoledì 27 novembre 2024


30/03/2016 15:45:23 - Manduria - Attualità

Fra un poco iniziano i lavori: si spera che non sia un’altra passerella sterile

 
Si ritorna a parlare di sanità in Consiglio Comunale. Anche questa volta il consesso, monotematico, è aperto ai sindaci dei centri limitrofi della provincia di Taranto e di quella Brindisi, nonché ai consiglieri regionali espressi dal territorio e, infine, ai tre deputati che rappresentano l’area (Pelillo, Vico e Chiarelli).
Sul banco degli imputati, forse con un po’ di ritardo, ritorna il Piano di Riordino Ospedaliero, varato, poco più di un mese fa, dalla Regione Puglia. Piano che penalizza il presidio ospedaliero di Manduria: pur possedendo i requisiti per essere promosso a ospedale di primo livello, viene invece declassato a ospedale di base. Viene invece premiato l’ospedale di Castellaneta, che, come rimarcato nell’ordine del giorno presentato dal consigliere comunale Leo Girardi nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, «non risponde ai requisiti fissati dal DM 70 e alla legge di stabilità, in quanto né il bacino di riferimento previsto, né le dotazioni strumentali dell’ospedale, né i reparti esistenti possono assicurare i criteri di sicurezza, efficienza ed efficacia».
Col nuovo Piano di Riordino, scompaiono, come era previsto, tutti i servizi e i posti letto promessi nel passato (ad esempio gli otto posti letto di Oncologia o quelli di Neorologia), e arrivano altri “tagli” (a differenza delle promesse, le sforbiciate sono puntuali e inesorabili). In predicato di “lasciare” il “Giannuzzi”, ad esempio, sono i posti letto di Nefrologia, un servizio storico e da sempre apprezzato del nosocomio manduriano.
Per indorare la pillola, il nuovo Piano di Riordino promette, sempre sulla carta, nuovi servizi (il ritorno del Punto Nascita) e mette in forse un altro fiore all’occhiello del “Giannuzzi” (la Terapia Intensiva). Questa volta, vengono anche poste delle condizioni per poter poi giustificare la mancata attivazione in un caso e il “taglio” nell’altro.
«Il Punto Nascite e la Terapia Intensiva rimangono in esercizio attraverso il reperimento delle risorse per investimenti e delle risorse umane per garantirne la conduzione nel rispetto degli standard di legge, dei volumi di 1.000 parti anno e in piena compatibilità con gli eventuali piani di rientro triennali previsti dal comma 524 e ss della Legge Finanziaria 2016» è specifico nel Piano.
Poiché sarà praticamente impossibile raggiungere i 1.000 parti all’anno (partendo da zero) ed è facilmente ipotizzabile che con i prossimi piani di rientro le risorse non saranno sufficienti, i manduriani continueranno a nascere altrove e per la Terapia Intensiva il “trasloco” può essere considerato in itinere nel futuro prossimo.
Al Consiglio la decisione sulle iniziative da adottare. Dal consigliere Girardi è già arrivata una proposta: impugnare il Piano innanzi al Tar.










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