Bonelli: «L’estrazione del petrolio Tempa Rossa conviene solo a Total»
Verdi all'attacco del governo Renzi per il caso Tempa Rossa che ha già portato alle dimissioni della ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi. Per i Verdi, infatti, il progetto avviato nel 2012 - sulla base di una concessione ottenuta da Total nel 1989 - non ha alcun interesse nazionale. Anzi, provoca solo danni in termini di occupazione e rischi per l’ambiente.
«E’ incomprensibile come questa infrastruttura sia stata classificata di interesse strategico nazionale dal momento che tutto l'olio estratto verrà esportato» dice il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli che poi aggiunge: «L’estrazione del petrolio Tempa Rossa conviene solo a Total».
Una volta in funzione, l’impianto produrrà 2,7 milioni di tonnellate d’olio l’anno, che saranno trasferite attraverso un oleodotto a Taranto e poi caricate su novanta petroliere che porteranno il prodotto nelle raffinerie Total e Shell all’estero.
«I costi ambientali ed economici per le comunità locali sono drammatici».
La beffa, però, rischia di essere anche economica. Le royalties italiane sono tra le più basse al mondo: 10% sul valore del prodotto offshore, 7% per il resto. Quasi nulla a confronto con Paesi come la Norvegia dove si paga oltre il 60%, ma il territorio è molto più ricco. Nelle proiezioni di Total, con il petrolio a 100 dollari l'Italia avrebbe incassato circa 180 milioni di dollari l'anno, ma con il Brent sotto quota 38 dollari la cifra scende a 68 milioni (gli analisti di Goldman Sachs prevedono un prezzo intorno ai 60 dollari per il 2017).
«Eppure - prosegue Bonelli - Total e Shell incassano un miliardo di dollari l’anno da Tempa rossa con le quotazioni attuali che arriverebbero a 2,6 milioni annui con il greggio a 100 dollari. In sostanza in meno di due anni, la società rientra dell'investimento con una decina di occupati».
Nella fase di realizzazione - ovvero nei prossimi 24 mesi - il progetto Tempa Rossa realizzerà 300 nuovi posti di lavoro, mentre - secondo i Verdi - saranno oltre 35 le attività agricole che vedranno espropriati i loro terreni con una perdita di 280-350 posti di lavoro. I calcoli di Total, però, sono molto diversi e prevedono l'occupazione - compreso l'indotto - di oltre mille persone. Inoltre uno studio della Luiss aveva stimato che un investimento da due miliardi sul sito ne avrebbe generati sette sull'intero territorio.
Secondo i Verdi, però, Tempa Rossa non è un'infrastruttura di interesse strategico nazionale: «Total - conclude Bonelli - sta attuando una politica di colonizzazione delle risorse naturali della Basilicata. La società estrae il petrolio, se lo porta a casa sua e lascia l'inquinamento e i rifiuti petroliferi ai lucani e ai tarantini».
Fonte: rete