«Il Centro di Educazione Ambientale si pone l’obiettivo di supportare la città di Manduria mediante delle progettualità che possano donare un valore aggiunto in termini di offerta infrastrutturale e logistica, all’insegna della sostenibilità e della salvaguardia e tutela del territorio»
Strumento efficace e trampolino di lancio per inserire la città in circuiti culturali e turistici virtuosi.
Compiti e ruoli del Centro di Educazione Ambientale sono stati dettagliatamente illustrati nel corso di una iniziativa pubblica, alla quale sono intervenuti il consigliere comunale Pierpaolo Barbieri, l’archeologo Gianfranco Dimitri, delegato del Centro di Eduzione Ambientale per le politiche dei beni culturali, Vito Andrea Mariggiò, delegato del Centro di Eduzione Ambientale per lo sviluppo delle attività culturali, il presidente del circolo Legambiente di Manduria, Giuseppe De Sario, e il vice sindaco Gianluigi De Donno.
«Il Centro di Educazione Ambientale si pone l’obiettivo di supportare la città di Manduria mediante delle progettualità che possano donare un valore aggiunto in termini di offerta infrastrutturale e logistica, all’insegna della sostenibilità e della salvaguardia e tutela del territorio» è stato rimarcato nel corso della conferenza. «Non ultima, l’attenzione nei confronti dei giovani: il costante confronto su tematiche di grande interesse pubblico, infatti, permetterà a questi ultimi di sviluppare un senso civico e acquisire delle conoscenze che saranno un volano nella crescita della nuova classe dirigenziale di questa città».
Ambito di attenzione e quindi di partenza della progettualità del C.E.A. non può non essere il Parco Archeologico della Civiltà Messapica.
«Compito non affatto semplice» è stato sottolineato. «La promozione del parco non deve avere come scopo unico un ritorno turistico fine a se stesso; deve essere capillare, deve raggiungere tutti i livelli possibili della comunicazione e quindi deve assurgere ad elemento chiave di una progettualità che inserisca il parco nella realtà produttive regionali e nazionali fungendo da volano per l’economia del territorio».
«La promozione turistica della città non può non passare dalla riapertura del museo archeologico. Un museo che deve essere espressione del territorio e delle sue specificità attraverso l’esposizione dei reperti archeologici venuti alla luce dal sottosuolo di Manduria».
E’ stato questo un altro dei concetti rimarcati nel corso dei vari interventi della conferenza dell’altro ieri sera.
«Il parco archeologico, il museo, il territorio tutto di Manduria devono tessere un rapporto stretto col mondo accademico e scientifico, creando partnership per lo sviluppo di tematiche culturali che possano dare avvio e concretizzarsi in convegni nazionali e internazionali che fungano da iniziale spin-off dei convegni della Magna Grecia di Taranto e poi avere propria autonomia, rilevanza e caratura con convegni dedicati alla civiltà messapica. È necessario ottenere il riconoscimento UNESCO per un bene degno di figurare tra i più noti siti riconosciuti come patrimonio dell’umanità.
Il parco archeologico deve essere considerato da tutti un bene pubblico all’interno del quale creare un’area verde a fruizione continuata, percorsi interni di facile percorribilità ed eventi per le famiglie con cadenza domenicale garantendo l’accesso libero a tutti i manduriani».