lunedì 23 settembre 2024


05/05/2016 17:47:05 - Provincia di Taranto - Attualità

Quintali di “oloturie” e ricci di mare scippati ai fondali della nostra costa, che giornalmente vengono caricati su mezzi cabinati (sprovvisti delle più elementari condizioni igienico sanitarie), per essere trasportate a destinazioni ignote e venduti sulle piazze (i ricci marini) e ai grossisti (le oloturie)

Mimmo Carrieri ha presentato un esposto, corredato da eloquenti fotografie, alla Procura della Repubblica di Taranto e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare per denunciare la pesca dissennata di quintali di oloturie e di ricci di mare nel tratto di mare antistante il litorale dell’area orientale della provincia.
«Adulti e bambini, che, muniti di binocolo, fungono da vedette in prossimità della battigia, mentre in mare i sommozzatori sono impegnati al riempimento di sacche di “oloturie” (più conosciute come cetrioli di mare) e ricci marini, che altri uomini sulle barche di appoggio tirano a bordo. Questo è quanto avviene quotidianamente, dalle 7,30 alle 11,30, nel tratto di mare che va da Campomarino alla “tonnara” della marina di Maruggio, sino alle località “Librale”, “Trullo di Mare” e “Palmintello” della marina di Torricella e alla contrada “Conche”» è riportato nell’esposto di Carrieri. «Non vi è giorno che la mia associazione non riceva lamentele da parte di pescatori diportisti e subacquei che praticano la pesca in apnea, i quali denunciano questo incontrollato prelievo di “echinodermi” da parte di gente senza scrupoli, che antepone gli interessi economici alla tutela del mare e della fauna marina.
Quintali di “oloturie” e ricci di mare scippati ai fondali della nostra costa, che giornalmente vengono caricati su mezzi cabinati (sprovvisti delle più elementari condizioni igienico sanitarie), per essere trasportate a destinazioni ignote e venduti sulle piazze (i ricci marini) e ai grossisti (le oloturie), che dopo averle sviscerate le esportano nei paesi asiatici».
Carrieri si sofferma poi sulla conseguenza di questa pesca scriteriata.
«La pesca indiscriminata danneggia la stessa sopravvivenza della specie, nonchè la salute dei consumatori (poiché non ci sono controlli igienico sanitari) e l’equilibrio dell’ecosistema marino. La pesca deregolamentata della specie marina “Oloturie-Holothuroidea” (ora, e magari delle “stelle marine” in futuro) è un fenomeno che sta avendo una forte espansione sulla nostra costa a causa delle pressanti richieste da parte dei mercati asiatici che pagano lautamente il prodotto molto richiesto. Le “oloturie” svolgono una importante funzione nell’ecosistema marino: sono organismi che si nutrono di materiale organico morto e scartato, rivestendo la funzione di “spazzini del mare”.
Si tratta di un elemento necessario all’equilibrio dell’ecosistema: questa specie marina è fondamentale nel riciclo delle scorie dei fondali utili alla sopravvivenza delle praterie di “”Poseidonia Oceanica” presente nel nostro mare».











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