Lo Stato Italiano accusato di non aver protetto la vita e la salute dei tarantini: ora è formalmente sotto processo
Ritenendo inaccettabile che gli abitanti di Taranto continuino ad ammalarsi ed a morire a causa della scelta dello Stato di fare continuare con 9 leggi una produzione con impianti pericolosi che furono sequestrati senza facoltà d’uso dalla Magistratura il 26 luglio 2012, la prof.ssa Lina Ambrogi Melle ha preparato ed ha consegnato allo Studio legale internazionale di Roma del prof. avv. Andrea Saccucci un apposito e documentato dossier che ha costituito la base per un ricorso collettivo presentato il 21 ottobre 2015 alla Corte europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU) di Strasburgo per denunciare la violazione da parte dello Stato italiano degli obblighi di protezione della vita e della salute in relazione all’inquinamento prodotto dall’Ilva. Tale ricorso è stato sottoscritto oltre che dalla prof.ssa Lina Ambrogi Melle da altri cittadini di Taranto
«Tra le doglianze sollevate di fronte alla CEDU dai ricorrenti figurano in particolare la violazione del loro diritto alla vita e all’integrità psico-fisica e la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare, anche in conseguenza dei ripetuti decreti ‘salva Ilva con cui il Governo ha mantenuto in funzione l’impianto sotto la propria gestione a dispetto della normativa europea e delle decisioni della magistratura».
IL 2 febbraio 2016 il ricorso ha superato il filtro preliminare di non manifesta inammissibilità ed è stato registrato a ruolo. Inoltre è stata accolta la domanda di trattazione prioritaria del ricorso ai sensi dell’art. 41 del Regolamento della Corte.
Oggi lo Stato italiano è formalmente sotto processo con l’accusa di non aver protetto la vita e la salute degli operai e dei cittadini di Taranto dagli effetti negativi delle emissioni Ilva. La Corte di Strasburgo ha ritenuto solide le prove presentate e ha aperto il procedimento.
Lo scopo del ricorso non è soltanto quello di soddisfare le pretese dei ricorrenti, bensì quello più alto e generale di risolvere il problema per tutta la popolazione locale.
La prof.ssa Lina Ambrogi Melle esprime grande soddisfazione per il successo di questa iniziativa da lei fortemente voluta, perché i tarantini, che non sono stati tutelati dai Governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni , vedono riaccendersi la speranza di poter avere un futuro migliore in una situazione ambientale diversa.