lunedì 25 novembre 2024


19/05/2016 20:48:40 - Provincia di Taranto - Attualità

«Non era quindi una battaglia di campanile, la nostra, ma una preoccupata analisi e una differente valutazione di una bozza già proiettata su un futuro di eccellenza, ma poco attenta, invece, a un presente drammatico»

«La risposta del sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo, all’interrogazione presentata dal parlamentare pugliese del Pd Ludovico Vico, ha evidenziato quante le nostre perplessità e le nostre critiche alla bozza del Piano di riordino ospedaliero inviata dall’esecutivo regionale a Roma alla fine del febbraio scorso fossero pienamente fondate, in particolare per quanto riguarda la provincia di Taranto.
Una provincia ben al di sotto degli standard e dei parametri previsti nella riorganizzazione e redistribuzione dei posti letto, e caratterizzata dalla crescita esponenziale di mortalità e patologie tumorali strettamente riconducibili – come documentato anche dal Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità – alla difficile e ben nota situazione ambientale, che tuttavia risultava e risulta sguarnita, nel comune capoluogo, di reparti e strutture idonee ad affrontare criticità così delicate e importanti.
Non era quindi una battaglia di campanile, la nostra, ma una preoccupata analisi e una differente valutazione di una bozza già proiettata su un futuro di eccellenza – con la costruzione del nuovo ospedale a Taranto – ma poco attenta, invece, a un presente drammatico che impone misure e risposte all’altezza delle aspettative e delle necessità già nell’immediato.
Per questo, rinnoviamo l’invito all’esecutivo regionale a un confronto ancora più aperto e partecipato, insieme ai principali attori interessati e in grado di portare un proficuo contributo in termini di proposte e collaborazione fattiva, per una profonda revisione e riscrittura del Piano di riordino per la provincia di Taranto, anche e soprattutto per arginare il correlato fenomeno della mobilità passiva, ulteriore beffa – per il bilancio dell’ente – che viene ad aggiungersi al danno di una sanità pubblica non adeguata a una situazione di assoluta emergenza».
 
Luigi Morgante










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