Il record (1.853,88 metri) è stato certificato da Lucia Sinigagliesi e da altri giudici del Guinness Word Record
Con una lunghezza di oltre 1.853 metri, è entrata nel Guinness dei Primati come la pizza più lunga mai realizzata nel mondo. Hanno contribuito al nuovo record (il precedente era di 1.595 metri, raggiunti il 20 giugno dello scorso anno all’Expo di Milano), anche un pizzaiolo di Manduria, Paolo Bruno, e tre pizzaioli di Taranto, Vito Fuggetti, Simone Fuggetti e Angelo Labile.
«La super margherita è stata realizzata in tutto il lungomare Caracciolo di Napoli: dall’altezza del Consolato degli Usa sino a Castel dell’Ovo» racconta Paolo Bruno, il pizzaiolo di origini maruggesi, istruttore dell’associazione “Pizza New School”. «Il record (1.853,88 metri) è stato certificato da Lucia Sinigagliesi e da altri giudici del Guinness Word Record».
L’iniziativa aveva un obiettivo ben preciso: sostenere la candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a patrimonio immateriale dell’Unesco, per la quale sono state già raccolte un milione di firme raccolte in tutti i continenti.
«Sono stati utilizzati 2.000 kg di farina, 1.600 kg di pomodoro, 2.000 kg di fiordilatte, 200 litri di olio e 30 kg di basilico» fa presente Paolo Bruno, che vediamo nella foto all’opera a Napoli. «Abbiamo lavorato per oltre 6 ore. Ognuno aveva dei compiti specifici: chi stendeva la pasta, chi farciva la pizza, stesa su una teglia larga circa 40 centimetri, chi era addetto alla cottura.
Le associazioni che hanno promosso l’evento, “Napoli Pizza Village” e “Associazione Pizzaiuoli Napoli”, hanno predisposto cinque forni, ognuno dei quali rappresentava un continente diverso. I forni a legna sono stati realizzati su postazioni mobili con motore elettrico appositamente studiati».
Un enorme lavoro, per la cui riuscita, dunque, hanno collaborato anche Paolo Bruno e gli altri tre colleghi tarantini: tutti riceveranno un attestato in cui si certificherà la loro partecipazione alla preparazione della pizza ora entrata a far parte del Guinness Word Record.
«Dopo la certificazione ufficiale del record, un’ampia parte di questa pizza è stata poi donata ad un’associazione che, a Napoli, si occupa di aiutare le persone indigenti» rimarca Paolo Bruno. «La restante parte è stata invece offerta alle migliaia di persone che hanno assistito alla realizzazione del record».