lunedì 25 novembre 2024


06/06/2016 19:42:07 - Provincia di Taranto - Attualità

Ma la misura è stata sospesa

Il Tribunale del riesame di Taranto (presidente Petrangelo, relatore De Francesca, a latere Madaro), accogliendo l’appello della procura, ha ripristinato l’arresto ai domiciliari della maestra di 59 anni che era stata sottoposta a misura cautelare il 6 maggio scorso (e rimessa in libertà tre giorni dopo) con l’accusa di maltrattamenti aggravati e continuati nei confronti di bambini di prima elementare. La misura è stata però sospesa in attesa del probabile ricorso in Cassazione della difesa. I giudici per il momento hanno reso noto solo il dispositivo del provvedimento e hanno 30 giorni di tempo per depositare le motivazioni. Poi la difesa dell’insegnante avrà ulteriori dieci giorni di tempo per proporre ricorso in Cassazione. E sarà la Suprema Corte ad esprimersi sulla misura cautelare.
Il Tribunale ha dichiarato inammissibile, perchè andava proposto in Cassazione, il ricorso del pm Rosalba Lopalco contro la decisione del gip tarantino Giuseppe Tommasino di non convalidare gli arresti domiciliari. La donna, difesa dall’avvocato Massimo Tarquinio, resta quindi in libertà così come aveva disposto lo stesso gip dopo l’interrogatorio di garanzia.
Per accertare la veridicità delle accuse, l’attività d’indagine della Polizia è stata condotta anche mediante l'installazione di alcune telecamere nell’aula frequentata dai bambini. I filmati audio-video, secondo gli investigatori, avevano «consentito di accertare i maltrattamenti psico-fisici subìti dai piccoli alunni. In particolare, l’arrestata sgridava, umiliava e mortificava i bambini, giungendo perfino a percuoterli, a volte a mani nude e a volte con libri e quaderni, sulla nuca, sul viso e sulle mani».
L’insegnante ha consegnato una memoria difensiva che contiene anche decine di sms, messaggi tramite Whatsapp e mail di colleghe, ex alunni e di genitori che le manifestano solidarietà. I problemi segnalati dai bambini, secondo la difesa della maestra, farebbero riferimento ai litigi sorti con i propri genitori quando non venivano assecondate le loro richieste.










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