Ieri mattina la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica su richiesta di Confagricoltura Taranto, il presidente Lazzàro: “E’ la risposta che volevamo, forte e determinata”
Lo Stato c’è e sarà visibile, di giorno e soprattutto di notte, nelle campagne di Grottaglie. Schierando uomini e mezzi adeguati per debellare il fenomeno del racket che sta seminando paura tra i tantissimi produttori di uva da tavola. Uno sforzo importante condotto, se necessario, sino a “militarizzare” l’agro grottagliese.
E’ il segnale forte e chiaro lanciato dal prefetto di Taranto, Umberto Guidato, nella riunione di ieri del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. A sollecitare un intervento così netto e rapido è stata Confagricoltura Taranto che lunedì scorso, nel Commissariato di Grottaglie, ha messo il questore Stanislao Schimera di fronte a una cinquantina di agricoltori esasperati per i tantissimi danneggiamenti subiti: 38 casi in meno di due mesi. E il fondato timore, ad inizio stagione, di non poter vendere il prodotto perché “i compratori girano a largo”.
Il quadro preciso di un fenomeno criminale dilagante che assieme all’appello accorato rivolto allo Stato è arrivato sul tavolo del prefetto di Taranto. Che non ha perso tempo e nella riunione in Prefettura ha analizzato la situazione con il questore Schimera e i vertici delle Forze dell'Ordine, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Corpo Forestale dello Stato e, assieme a loro, ha messo a punto un piano di intervento coordinato per mettere al sicuro le campagne grottagliesi e la produzione di un settore che vale 80 milioni di euro.
In particolare, si è deciso di schierare tutti gli uomini e i mezzi necessari per rendere visibile e percepibile la presenza delle Forze dell’ordine, comprese stazioni mobili della Polizia di Stato, e lavorare in sinergia con gli istituti di vigilanza e con gli stessi agricoltori. Nel frattempo, sul territorio sono già partiti dei servizi di pattugliamento, sia di giorno sia di notte, per fare terra bruciata attorno ai malviventi. «Da due giorni – spiega il presidente di Confagricoltura Taranto Luca Lazzàro, accompagnato alla riunione dalla vicepresidente Lucia Cavallo e dal direttore Carmine Palma – cioè da quando abbiamo denunciato con forza e pubblicamente che c’era una vera e propria emergenza, non ci sono stati casi di danneggiamenti. Non abbassiamo la guardia, ovviamente; anzi, la risposta che è arrivata dal prefetto e dalle Forze dell’ordine è ciò che ci aspettavamo: un segnale potente e determinato che lo Stato non lascia soli i produttori e si fa carico della sicurezza loro e delle attività produttive». «Una risposta così netta e forte – rimarca Lazzàro - è ciò che serve per debellare un fenomeno criminale di questa portata. La grande disponibilità del prefetto, che si è detto pronto a venire a Grottaglie di persona e dello stesso questore, che coordinerà sul territorio il piano d’intervento, significa che lo Stato c'è e vuol rendere tangibile la sua presenza. E noi di Confagricoltura, confortati da questa grande sensibilità degli uomini dello Stato e dalla vicinanza dimostrata dal presidente della Regione Michele Emiliano, continueremo a fare la nostra parte al fianco dei produttori di uva da tavola grottagliesi: per lottare e per denunciare, per consigliare e per informare. Come sempre».