lunedì 25 novembre 2024


16/06/2016 07:52:01 - Provincia di Taranto - Attualità

Sullo sfondo ci sono le ciminiere e i fumi dell’Ilva, in primo piano un papà che stringe la mano al figlio, accanto i dati inquietanti sulla mortalità infantile a Taranto

 
Sullo sfondo ci sono le ciminiere e i fumi dell’Ilva, in primo piano un papà che stringe la mano al figlio, accanto i dati inquietanti sulla mortalità infantile a Taranto secondo il rapporto Sentieri e in basso la scritta: “Non un altro bambino”
 È quello che appare sul manifesto dei “Genitori tarantini”, fatto affiggere in via del Porto mercantile, alla fine della discesa che dal quartiere Tamburi porta verso il centro di Taranto. I dati dello studio (21 per cento di tumori infantili in più della media regionale, incidenza maggiore del 54 per cento di tumori tra 0 e 14 anni, 20 per cento in più di mortalità nel primo anno di vita, malattie iniziate in gravidanza più 45 per cento) fanno riferimento a periodi antecedenti ai dieci decreti legge sull'Ilva. Provvedimenti che, secondo i “Genitori tarantini”, hanno “contribuito e contribuiranno per molti decenni ancora ad aumentare le già insopportabili percentuali che pesano su Taranto e sui suoi cittadini”.
Come monito, sono state usate le parole che il giudice Patrizia Todisco pronunciò nell'ordinanza di sequestro preventivo dell'area a caldo il 26 luglio 2012. “Non un altro bambino, non un altro abitante di questa sfortunata città, non un altro lavoratore dell'Ilva, abbia ancora - scrisse il gip - ad ammalarsi o a morire o ad essere comunque esposto a tali pericoli, a causa delle emissioni tossiche del siderurgico”. Nelle scorse settimane fu realizzato un altro manifesto, affisso a Taranto, Bari e Genova, con la foto dei fumi notturni dell'Ilva e la scritta: "I bambini di Taranto vogliono vivere".











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