Una morte assurda quella di Detommaso, la cui aggressione destò molta preoccupazione nella comunità avetranese, sia per la ferocia dell’atto, sia per l’originaria assenza di testimonianze utili per ricostruire la dinamica dell’episodio
E’ morto, dopo due mesi e mezzo di agonia, Salvatore Detommaso, il 63enne di Avetrana aggredito per futili motivi a bastonate nelle primissime ore del mattino del 27 marzo scorso, domenica di Pasqua. Soccorso e trasportato prima al “Giannuzzi” di Manduria e, poi, al “S. Annunziata” di Taranto, l’uomo, che non ha mai più ripreso conoscenza, fu sottoposto ad un delicato intervento chirurgico alla testa. Da allora, in considerazione delle sue gravi condizioni (riportò delle profonde ferite al cranio), Salvatore Detommaso è stato preso in cura dai medici del reparto di Rianimazione del nosocomio del capoluogo.
Negli ultimi giorni il quadro clinico è però precipitato a causa di una serie di complicazioni sopraggiunte. Nella notte fra mercoledì e giovedì, Salvatore Detommaso è spirato.
Una morte assurda quella di Detommaso, la cui aggressione destò molta preoccupazione nella comunità avetranese, sia per la ferocia dell’atto, sia per l’assenza di testimonianze utili per ricostruire la dinamica dell’episodio, che si svolse, intorno alle 5 del mattino. Proprio l’originaria reticenza di qualche prezioso testimone spinse dapprima il figlio di Salvatore Detommaso a lanciare un appello pubblico per convincere chi aveva assistito all’efferato delitto a collaborare con i carabinieri e quindi, qualche giorno dopo, alcune associazioni a promuovere una “marcia contro l’omertà”. Entrambe le iniziative servirono a stimolare le coscienze di alcuni testimoni, che si presentarono nuovamente in caserma per integrare la loro deposizione, inizialmente molto generica.
Grazie anche a un parallelo meticoloso lavoro di indagine, i militari della caserma di Avetrana (diretti dal luogotenente Fabrizio Viva) e del Comando di Manduria, dopo aver visionato le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona, sono riusciti a risalire al presunto responsabile dell’aggressione, in stato di fermo sin dall’8 aprile scorso: si tratta di Antonio Pinto, 44 anni, pastore, già noto alle forze dell’ordine.
Pinto avrebbe aggredito Detommaso nei pressi di un bar del centro. Entrambi erano seduti ad un tavolino. Futili motivi avrebbero generato tra i due uomini un acceso diverbio. La discussione sarebbe degenerata sino al punto da spingere Pinto a prendere, dall’abitacolo della propria autovettura, un bastone che utilizzava per condurre il proprio gregge, con il quale, secondo i carabinieri, avrebbe colpito tre volte alla testa la vittima.
L’intera comunità si strinse attorno alla famiglia Detommaso. E’ molto probabile che il sindaco Antonio Minò dichiari, per il giorno dei funerali, una giornata di lutto cittadino.