«Le polveri riscontrabili in atmosfera a Taranto sono qualitativamente differenti e pertanto non paragonabili a quelle di altre realtà italiane, così come riportato nello studio Sentieri. L’equiparazione sulla base del solo criterio quantitativo è scientificamente inesatta»
Lo sottolineano il presidente dell’Ordine dei Medici di Taranto Cosimo Nume e la pediatra Annamaria Moschetti (presidente della Commissione Ambiente dello stesso Ordine), in merito a quanto riferito dal direttore generale dell’Asl ionica in sede di audizione parlamentare sulla cessione del gruppo Ilva.
L’affermazione secondo la quale «l'aria di Taranto - aggiungono Nume e Moschetti - sarebbe migliore di quella di molte città del Nord Italia, oltre che non corretta dal punto di vista scientifico, potrebbe divenire fuorviante se resa nella sede delle decisioni politiche. Il carico di cancerogeni veicolati dalle polveri, tipicamente generati dai processi siderurgici, non è certamente riscontrabile in nessuna altra città che non sia allo stesso modo esposta a inquinanti dello stesso tipo, provenienti dalle stesse fonti».
Le città italiane «non sono peraltro soggette - fa rilevare l'Ordine dei Medici - allo spolverio dei parchi minerali che, come la stessa Asl ha documentato, nei giorni di vento può innalzare a livelli critici la salubrità dell’aria, tanto è vero che la stessa ASL ha diramato istruzioni per la protezione dei cittadini nei cosiddetti wind days».
Nume e Moschetti intervengono anche in merito alle dichiarazioni rese dall’onorevole Ludovico Vico del Pd che chiedeva di conoscere se l’aria è nei «parametri di legge». Corre «l'obbligo di precisare - concludono - che come da letteratura internazionale e come ribadito anche in diverse occasioni da Arpa Puglia e Asl, i limiti di legge non possono ritenersi protettivi per la salute umana, specialmente in un contesto di esposizione multipla».