lunedì 23 settembre 2024


20/09/2016 18:15:19 - Provincia di Taranto - Attualità

Emiliano: «Stop alla produzione»

Applausi, lacrime e rabbia ai funerali di Giacomo Campo, il 25enne operaio della ditta Steel Service morto sabato mattina scorsa in un incidente sul lavoro avvenuto nell’area esterna dell’Afo4 dello stabilimento Ilva di Taranto. In centinaia hanno partecipato al rito funebre officiato dall’arcivescovo di Taranto, mons.Filippo Santoro in piazza Vittorio Emanule III, a Roccaforzata. È stato scelto questo luogo perché la chiesa della Santissima Trinità non sarebbe riuscita a contenere tutte le persone presenti.
Dalla casa dove l’operaio viveva con la nonna il feretro è stato portato in corteo fino alla piazza, circondata da palloncini bianchi per tutto il perimetro. Accanto ai genitori, agli zii, ai familiari e a Ilenia, fidanzata di Giacomo, con cui stava progettando il matrimonio, c'erano il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il prefetto di Taranto, Umberto Guidato, il vicesindaco di Roccaforzata, Nicola Vitantonio Pomes, il sindaco di San Giorgio Jonico, Mino Fabbiano ed esponenti delle forze dell’ordine.
Decine le corone di fiori e i manifesti di cordoglio ai familiari e di commosso saluto a Giacomo Campo, il settimo operaio morto all’Ilva dal sequestro degli impianti dell’area a caldo. il  Il giovane, che era nato a San Giorgio Jonico ma abitava con la nonna a Roccaforzata, era al lavoro per ripulire dal minerale disperso il nastro trasportatore fermato la notte precedente a causa di un taglio longitudinale di 200 metri sul nastro trasportatore (sul quale la magistratura sta indagando per capire se si tratti di un evento doloso o accidentale), quando è rimasto schiacciato tra lo stesso nastro e il rullo, che è partito improvvisamente nonostante fosse privo di alimentazione elettrica.
«Taranto non ne può più. Il lavoro è per la vita, non per la morte!». Sono parole dure e cariche di rabbia quelle pronunciate dall’arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, durante i funerali. «Tante - ha aggiunto il presule - le parole dette e ascoltate in questi giorni. Parole sì necessarie e doverose per non peccare di omissione o, peggio ancora, di indifferenza, ma purtroppo parole che arrivano a orecchie e cuori stanchi di ascoltare, perché esasperati dal riproporsi, ciclico, dall’assurdità, di questo prezzo da pagare in vite umane. Un tributo insostenibile e ingiusto». Non è «un ineluttabile destino - ha detto ancora mons. Santoro - quello che ha falciato la vita del nostro fratello! Il Cristo in croce oggi può parlare al cuore dei parenti di Giacomo. Il Cristo che soffre con noi e per noi. Così come anche la vergine Maria, ai piedi della croce oggi può consolare questa famiglia. Non estranea, non spettatrice, ma partecipe, immersa nel vostro stesso dolore. Questa compassione/commozione di Cristo pervada anche noi, perché non lo accompagniamo solo con le lacrime, ma con il nostro impegno, la nostra solidarietà».
Infine, l’arcivescovo ha rivolto un monito alle istituzioni. "A chi ha in capo la responsabilità di garantire un futuro giusto ai figli di Taranto - ha sottolineato - dico che il tempo degli intenti è ormai scaduto e che il Signore ci guarda e ci chiede gesti grandi».
Per l’intera giornata di oggi, a Roccaforzata, è lutto cittadino. L’ordinanza è stata firmata firmata dal vicesindaco Nicola Vitantonio Pomes perchè il sindaco del paese, Vincenzo Pastore, è in carcere, con l’accusa di corruzione, nell’ambito dell’inchiesta della procura sugli appalti assegnati dalla Marina militare.
Il vicesindaco ha disposto «la sospensione, osservando un minuto di raccoglimento, di ogni attività in tutti gli uffici pubblici e in tutte le scuole di ogni ordine e grado, invitando il dirigente scolastico a organizzare iniziative di riflessione sul tragico avvenimento e sulla necessità di non trascurare le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro». Inoltre, in concomitanza con la cerimonia funebre, è stato chiesto «l'abbassamento delle serrande di tutti gli esercizi commerciali, delle imprese e delle attività artigianali».
EMILIANO ACCOMPAGNA IL FERETRO -  Con una corona di fiori tra le braccia anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in un’atmosfera carica di commozione e di rabbia, ha accompagnato nel corteo funebre il feretro di Giacomo Campo.
Subito dopo l’incidente Emiliano aveva dichiarato che «la rabbia della Puglia è incontenibile» e che «la nostra pazienza è finita» definendo il siderurgico una fabbrica «vecchia e insicura». Ieri ha annunciato che chiederà lo stop delle attività produttive a meno che non venga portato a termine il "processo di ambientalizzazione» e «la messa in sicurezza della fabbrica sia assicurata». Per questo in occasione della ripresa del processo 'Ambiente svendutò, la Regione avanzerà alla Corte d’assise di Taranto una richiesta «di sequestro dello stabilimento chiedendo che la Corte rivaluti la questione di costituzionalità dei decreti che impediscono la vigenza dei sequestri sullo stabilimento».










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