La nota del consigliere regionale manduriano di Area Popolare
“La salute e il rispetto dei cittadini tarantini non possono e non devono diventare sistematicamente oggetto di scontro e battaglia politica tra due enti che sono invece chiamati a collaborare, la Regione Puglia e il Governo nazionale. Né dati spaventosi, che attestano ormai da tempo la stretta correlazione tra l’aumento di mortalità e patologie terribili nella popolazione, drammaticamente esteso anche all’infanzia, correlato all’esposizione a sostanze prodotte dal ciclo industriale, possono essere letti e interpretati in maniera difforme o distorta. La decisione della giunta regionale di impugnare davanti alla Corte Costituzionale l’ultimo decreto legge sull’Ilva sancisce l’ennesima rottura, alza ancora di più l’asticella dello scontro e aumenta la voragine in cui precipitano buonsenso e voglia di cercare e collaborare insieme per una soluzione che non sia un aut-aut tra vita e lavoro. E’ una rottura che parte da lontano e da molteplici fronti, ma chi ha precise responsabilità nei confronti della comunità ha il dovere di valutare tutti gli aspetti e le ripercussioni per la comunità, legate al presente e al futuro dello stabilimento. Uno stabilimento dal quale l’economia e il territorio tarantino non possono prescindere, perché la chiusura determinerebbe un’emergenza sociale e occupazionale insostenibile; ma che non può continuare ad alimentare morte e malattie. Ma altrove, in Europa e nel mondo, si è usciti con successo da questo apparente vicolo cieco, realizzando modelli di riconversione diventati esemplari e vincenti: perché è impossibile allora che due amministrazioni legate dalla comune appartenenza allo stesso partito dei loro vertici non riescano a confrontarsi, tra Bari, Taranto e Roma, per garantire all’Ilva sopravvivenza e rilancio, nel rispetto finalmente di rigidi vincoli ambientali, e imponendo alle attuali gestioni e alla proprietà prossima ventura la messa in sicurezza di lavoratori e cittadini come priorità assoluta, nell’immediato e non a data da destinarsi e con precise assunzioni di responsabilità a ogni livello e in ogni sede?
E’ quello infatti l’obiettivo da perseguire, verso il quale va profuso ogni sforzo: salvaguardare i livelli occupazionali e lo stabilimento, garantendo e rispettando però la salute e l’ambiente, nel rispetto delle normative e dei protocolli vigenti, con controlli rigidi e necessarie garanzie perché si interrompa e spezzi una tragica e dolorosissima catena di incubo, in cui il diritto al lavoro non sia sinonimo di morte”.