La nuova legge sul caporalato è un passo in avanti molto importante nella lotta contro lo sfruttamento in agricoltura e che ridà dignità ad un lavoro faticoso, sottopagato e molto spesso svolto in condizioni disumane»
«La nuova legge sul caporalato è un passo in avanti molto importante nella lotta contro lo sfruttamento in agricoltura e che ridà dignità ad un lavoro faticoso, sottopagato e molto spesso svolto in condizioni disumane. So molto bene, però, che per estirpare una pratica consolidata come il caporalato ora è necessario applicare questa legge, con l’impegno di tutte le istituzioni e la partecipazione dei cittadini».
Nicolò Giangrande, avetranese, attivista dell’associazione “Progressi”, esprime la propria soddisfazione per il nuovo strumento legislativo.
«Sono il campaigner di Progressi, un’organizzazione no profit italiana» si presenta Nicolò Giangrande. «Organizziamo campagne digitali e sul territorio sulla base delle richieste avanzate dai cittadini. Siamo attivi da un anno e abbiamo già raccolto il sostegno di circa 100mila persone con venti petizioni e diverse azioni, tra cui la pressione sulle istituzioni locali e nazionali. Siamo un motore di partecipazione che trasforma le richieste dei cittadini, delle associazioni e dei comitati spesso isolate, invisibili e impotenti in risorse sempre più connesse, visibili e potenti».
L’ultima battaglia è stata quella contro il caporalato.
«”Progressi”, insieme ad altre nove organizzazioni, ha raccolto l’appello di migliaia di cittadini che chiedevano la rapida approvazione della legge contro il caporalato. Abbiamo organizzato il lancio della campagna nazionale “Stop caporalato, coltiviamo la legalità” in Puglia. Siamo stati nella baraccopoli di Nardò, in provincia di Lecce, per incontrare i lavoratori migranti che vivono senza elettricità, né servizi igienici. E abbiamo ascoltato la drammatica storia di una giovane bracciante italiana sfruttata dai caporali nel brindisino. Queste testimonianze le abbiamo raccolte in un video diffuso poi da alcuni media e visualizzato migliaia di volte. Con una contemporanea azione di pressione parlamentare, abbiamo contribuito a far approvare velocemente il disegno di legge: ad agosto dai senatori, prima della chiusura estiva, e alla riapertura dei lavori parlamentari dai deputati, assicurandoci che quest’ultimi non apportassero modifiche al testo. Infine, abbiamo consegnato le firme direttamente ai presidenti delle commissioni Giustizia e Lavoro della Camera dei Deputati che stavano esaminando il provvedimento poi approvato dall’aula martedì 18 ottobre con 346 voti favorevoli, 25 astenuti e nessun contrario.
L’approvazione della legge è una grande soddisfazione perché è il frutto di mesi di lavoro intenso di organizzazione sul territorio, di coalition building e di pressione sui parlamentari».