lunedì 25 novembre 2024


06/12/2016 15:25:55 - Provincia di Taranto - Attualità

L’accordo da 240 milioni escluderebbe gli indennizzi: protesta in aula

Le tre società imputate al processo Ambiente svenduto: Ilva (in amministrazione straordinaria), Riva Fire e Riva Forni, si avviano ad uscire dal processo sul disastro ambientale di Taranto col patteggiamento della pena. Una mossa che di fatto cancellato la possibilità di risarcimento nei confronti delle oltre mille parti civili costituite a processo, con un conto dei danni da oltre 30 miliardi. La corte d'Assise di Taranto ha rinviato il processo al 17 gennaio per consentire al nuovo avvocato della ex società Riva Fire (ora Partecipazioni industriali Spa) di studiare le imputazioni e concordare il patteggiamento con la procura tarantina.
Il legale, avvocato Massimo Lauro di Roma, ha annunciato l'ammissione in amministrazione straordinaria della holding della famiglia Riva, che tra le altre controllava anche l'Ilva di Taranto, messa in liquidazione a febbraio 2015 ed ora affidata dal Mise agli stessi commissari dell'Ilva, Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba. Il legale ha anche confermato l'intenzione di patteggiare la pena col consenso del ministero dello Sviluppo economico. Dietro alla scelta processuale c'e l'accordo di cessate il fuoco chiuso nei giorni scorsi tra commissari Ilva e famiglia Riva per il rientro di 1,3 miliardi di euro dalla Svizzera da destinare alla bonifica degli impianti siderurgici di Taranto.
Il 17 gennaio del 2017 verranno inoltre formalizzati i patteggiamenti, già depositati, dell'Ilva e di Riva Forni. La prima chiuderà il conto con la giustizia con la confisca di 241 milioni di euro, la seconda con una sanzione da 2 milioni. Le richieste saranno valutate probabilmente da un collegio di giudici nominati dal presidente del tribunale di Taranto.










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