Fra questi impegni, c’è anche il rispetto del patrimonio ambientale e, quindi, anche del mare. E’ chiaro, quindi, che io mi batterò, sino alla fine, per difendere il nostro mare e per far eliminare la condotta sottomarina dal progetto del depuratore consortile»
«Ho scelto di candidarmi con la lista del presidente Emiliano sia per la sua credibilità e la sua autorevolezza, sia perché ho condiviso alcuni punti fondamentali del suo programma: fra questi, anche il rispetto per l’ambiente e il dissenso verso il recapito in mare dei reflui dei depuratori pugliesi. Qualora le posizioni di Emiliano dovessero cambiare, non esiterò ad abbandonare la maggioranza».
Con la sua proverbiale schiettezza, il consigliere regionale Giuseppe Turco, partecipando ad una trasmissione televisiva di Tele Norba (c’è stato il confronto sulla vicenda del depuratore con il sindaco di Sava, Dario Iaia), ha posto dei precisi paletti sulla sua permanenza nella maggioranza che governa la Regione Puglia.
«Io ho assunto dei precisi impegni con le comunità che oggi rappresento su tematiche molto importanti: l’inquinamento a Taranto, la sanità e più in generale lo sviluppo del territorio» è stata la premessa di Turco. «Fra queste tematiche, c’è anche il rispetto del patrimonio ambientale e, quindi, anche del mare. E’ chiaro, quindi, che io mi batterò, sino alla fine, per difendere il nostro mare e per far eliminare la condotta sottomarina dal progetto del depuratore consortile».
Turco è poi entrato nel merito della questione.
«A differenza di quanto vanno sostenendo coloro che strumentalizzano la vicenda per fini elettoralistici, io pretendo il depuratore nel più breve tempo possibile» il concetto espresso da Turco. «Ma i lavori per la costruzione dell’impianto non possono iniziare se prima non si definisce in ogni particolare il progetto. Le ragioni? Sono semplici. Se, come è auspicio di tutti, il depuratore avrà le tecnologie della Tabella 4 o, meglio ancora, della Tabella 4S, dall’impianto verrà fuori l’acqua sanificata. I tecnici sostengono che quell’acqua si potrebbe addirittura bere. Bene, a quel punto, l’acqua sanificata diventa una risorsa che, per legge, non può essere sprecata con la condotta sottomarina: può e deve essere riutilizzata per altri fini, come quello irriguo, quello civile e sinanche per far fronte alle condizioni di stress da emungimento della falda carsica di base.
Iniziando i lavori senza avere chiaro il progetto generale sarebbe come realizzare le fondamenta di un palazzo senza sapere di quanti piani dovrà poi essere
L’Unione Europea, su questo, deve poi essere coerente: non può istituire le aree SIC chiedendo la tutela dell’ambiente e poi pretendere lo sversamento in mare dei reflui dei depuratori».