Richiesti lo stato di calamità e i risarcimenti per strutture e produzioni
La neve ha letteralmente seppellito l’agricoltura del Tarantino. L’enorme danno, seppure da quantificare, è certo, il futuro di tante aziende agricole lo è molto meno. Mentre il versante occidentale della provincia di Taranto è ancora sotto mezzo metro abbondante di neve, con una tempesta che per due giorni ha flagellato Ginosa, Mottola, Laterza, Castellaneta, Palagianello e Palagiano, molti agricoltori di queste zone sanno già che per rialzarsi non basterà lo spuntare del sole: stavolta, sarà un’impresa durissima.
«Stamane – spiega il presidente di Confagricoltura Taranto Luca Lazzàro – Confagricoltura Puglia ha scritto un’accorata lettera al presidente Emiliano, all’assessore Di Gioia e ai prefetti di tutte le province pugliesi, facendo presente che “una stima dei danni, che sono sicuramente ingentissimi e assommano a milioni di euro, al momento non può che essere parziale; tuttavia non è difficile immaginare che i contraccolpi di tali eventi calamitosi si protrarranno a lungo con ripercussioni di lungo termine sull’economia agricola e agroalimentare regionale”. E’ un’ecatombe – rimarca Lazzàro – che ha messo in ginocchio una delle zone agricole d’eccellenza della nostra provincia».
«La realtà del disastro causato dal maltempo – aggiunge il direttore di Confagricoltura Taranto Carmine Palma – sta superando le più nefaste previsioni. Da tutto il versante occidentale, ma in particolare da Ginosa e Castellaneta, le nostre aziende ci stanno segnalando e documentando quello che assomiglia ad un vero “bollettino di guerra”. Decine, più probabilmente centinaia, di ettari di agrumi, tendoni, ortaggi sono stati completamente o parzialmente distrutti. Impianti e serre crollati sotto la neve e colture stagionali come carciofo, finocchio, cavolo, pan di zucchero e radicchio letteralmente sepolte e incommerciabili, aziende zootecniche costrette a gettare via il latte».
Un danno di dimensioni mai viste negli ultimi decenni, per il quale Confagricoltura Taranto chiede alla Regione Puglia che sia «attivata con urgenza la procedura per la dichiarazione dello stato di calamità». Ma ancor più necessario è valutare la capacità degli strumenti normativi di rispondere efficacemente ad un evento calamitoso di tale eccezionalità: «Il fondo di solidarietà nazionale – spiega Palma – così com’è oggi può intervenire nel ristorare i danni alle infrastrutture. I “buchi neri” della normativa, però, sono almeno due: la capienza del fondo, cioè i finanziamenti a disposizione, e il risarcimento dei danni alle produzioni che, di fatto, non esiste se non per chi è assicurato. Ma chi poteva prevedere, e assicurare, le proprie produzioni agricole per una nevicata che, a detta del presidente Emiliano e del vertice Anas, non si verificava da un secolo?». «Ad una domanda del genere – conclude il presidente Lazzàro – e ad un disastro di dimensioni drammatiche, bisognerà dare una risposta politica molto convincente, aumentando subito le forniture di gasolio agricolo agevolato e risarcendo infrastrutture e produzioni che, altrimenti, molto difficilmente potranno ripartire».