La dirigente Elisabetta Scalera lancia la Deledda coinvolgendo alunni, genitori e associazioni ispirandosi ad una didattica cooperativa
L'adesione al progetto della rete nazionale “Scuola Senza Zaino” è stata decisa dall’istituto sin dall’anno scolastico 2013-14, quando nel plesso G. Deledda furono avviate due sezione di Scuola dell’Infanzia.
“Attualmente – afferma la preside Elisabetta Scalera - la Scuola dell'Infanzia della Deledda ha, a regime, solo sezioni Senza Zaino ove si svolgono attività coerenti con il modello nazionale e ispirate ad una didattica cooperativa rispondente ai valori promossi dalla rete”.
“Le classi senza zaino” hanno angoli, arredi, suppellettili e giochi didattici, intesi a facilitare le relazioni, la responsabilità e la creazione di una dimensione partecipativa, tale da favorire meglio i processi di apprendimento.
“La Scuola – ci tiene a sottolineare ancora la preside Scalera - ha sostenuto il progetto senza richiedere contributi specifici alle famiglie se non quelli derivanti dall'impegno volontario dei genitori chiamati a contribuire semplicemente mettendo in campo le proprie abilità creative e costruttive. La partecipazione delle associazioni del territorio è stata rilevante”.
Ed è proprio questo il punto che interessa la comunità, la scelta di una Scuola senza Zaino, non è semplicemente, la scelta conclusiva, che inerisce l’aspetto ultimo ed esteriore, visibile a tutti, del bambino che, appunto si reca a scuola senza zaino. E’ piuttosto una scelta metodologica, alternativa, che per avere senso deve necessariamente coinvolgere altri soggetti.
Per esempio l'associazione Auser ha contribuito nella realizzazione delle cartelle degli alunni, mentre molti genitori si sono adoperati per la ristrutturazione degli arredi scolastici contribuendo "dal basso" alla realizzazione di ambienti ispirati alla cura, all' armonia e all'accoglienza.
L'istituto ha programmato per il prossimo anno di estendere il modello anche alla scuola primaria e di ampliare la partecipazione del territorio alla realizzazione concreta delle aule.
Nel Plesso G. Deledda sono già stati realizzati numerosi spazi comuni, ben attrezzati e ristrutturati, di incontro e di apprendimento: laboratori informatici; un'aula attrezzata per le attività psico-motorie per la scuola dell'infanzia e la palestra ove si svolgono attività di mini-basket per i più piccoli; il laboratorio di lingua inglese e quello per le attività grafico-pittoriche e musicali; una biblioteca fornita di libri e trasformata recentemente in aula 3.0 dall'infanzia alla scuola media.
Di notevole rilevanza l'intervento delle opere di riqualificazione del Comune di Taranto, nell'ambito del Piano di bonifiche, che ha consentito una riprogettazione degli spazi-aule e dei laboratori ampliati e resi accoglienti in collaborazione con le finalità indicate dal progetto e dall'istituto. L’occasione di Scuola senza Zaino ha fatto emergere una precisa e concreta volontà di riqualificazione delle scuole, promossa “dal basso”, cioè dal territorio, che incontra favorevolmente e in modo virtuoso una bonifica “dall'alto”.
Oggi quindi per il plesso Deledda è una data storica, l’inaugurazione con i responsabili della rete nazionale, è il suggello del percorso fatto, con i membri del Gruppo Promotore, in particolare con la dirigente scolastica dell’I.C. G. Mariti di Fauglia, responsabile nazionale della rete, e la dottoressa Maria Paola Pietropaolo, ex dirigente scolastica, docente dell'Università del Molise, referente per le regioni del Sud del progetto Scuola Senza Zaino.
I VALORI DELLA SCUOLA SENZA ZAINO
L’esperienza “Senza Zaino” nasce nel 2002 a Lucca per poi diffondersi in Toscana e nelle altre regioni d’Italia, realizzando un modello di scuola che trova i suoi fondamenti teorici nella pedagogia montessoriana. Togliere lo zaino ha soprattutto un significato simbolico in quanto vengono realizzate pratiche e metodologie innovative in relazione a tre valori a cui ci si ispira: la responsabilità, la comunità e l’ospitalità.
L’ospitalità richiama l’attenzione sugli ambienti, aule ed edificio scolastico, che sono accoglienti, ben organizzati, curati esteticamente, divisi in aree di lavoro e ricchi di materiali. La responsabilità e l’autonomia sono sollecitate da una varietà significativa di strumenti didattici tattili e colorati: segnaletica, pannelli, timeble che concorrono a rendere gli alunni indipendenti nel rispetto delle regole comuni e artefici del loro apprendimento. Gli spazi dell’aula e quelli della scuola sono pensati per realizzare il terzo valore, quello della comunità, in quanto consentono il lavoro cooperativo di alunni e docenti. L’aula è strutturata in aree distinte che rendono possibile la diversificazione del lavoro scolastico, lo sviluppo dell’autonomia, della socializzazione e delle capacità di scelta.