lunedì 25 novembre 2024


18/01/2017 19:22:04 - Provincia di Taranto - Attualità

«Mi assumo la responsabilità dei patteggiamenti (quello con Ilva in Amministrazione Straordinaria e quelli con Riva Forni e Riva Fire da poco in liquidazione) - ha detto Capristo -. Dai patteggiamenti - ha aggiunto - emerge in tutto il suo spessore e grandezza la responsabilità dei Riva»

Dopo i patteggiamenti che la Procura di Taranto ha raggiunto con le società coinvolte nelle vicende dell’Ilva «la Procura di Taranto non smetterà di tenere accesi i riflettori sull'Ilva». Lo ha detto il nuovo procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo sentito in commissione bilancio alla Camera. Capristo, entrato nelle sue funzioni 8 mesi fa, ha rinforzato 10 giorni fa la task force di controllo impegnata sull'Ilva.
«Mi assumo la responsabilità dei patteggiamenti (quello con Ilva in Amministrazione Straordinaria e quelli con Riva Forni e Riva Fire da poco in liquidazione) - ha detto Capristo -. Dai patteggiamenti - ha aggiunto - emerge in tutto il suo spessore e grandezza la responsabilità dei Riva».
«Il patteggiamento riguarda solo le società e non le posizioni individuali» ha aggiunto Capristo sottolineando che una volta diventata esecutiva la sentenza di patteggiamento: «questa sentenza si potrà essere usata in sede civile per i risarcimenti».
«Ci siamo posti il problema se accogliere o meno l’istanza di patteggiamento» delle società coinvolte nel processo sull'Ilva e «l'abbiamo accolta perché altrimenti 1,3 miliardi non li avremmo mai visti», ha spiegato il procuratore Capistro, in rifermento alla cifra messa sul piatto dalla 'negoziazione' tra la gestione commissariale e la famiglia Riva per l’ambientalizzazione della fabbrica.
«Mi voglio prendere le responsabilità dei patteggiamenti», ha aggiunto il procuratore di Taranto, che ha quindi spiegato che le richieste risarcitorie delle parti civili potranno essere in ogni caso fatte valere: «Emerge tutto il percorso la responsabilità dei Riva. E questo diventerà un grosso peso per gli imputati che continuano a stare nel processo, perché riguardano solo le società» e non i singoli imputati.
«Ora occorre che questi soldi siano davvero finalizzati» e «la procura di Taranto non smetterà di avere i riflettori puntati sull'Ilva», ha sottolineato il magistrato chiedendo: «Taranto non può e non deve morire, deve essere sostenuta dalle istituzioni».










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