Marevivo e fondazione Univerde consegnano le 45mila firme al presidente Emiliano
Oggi, a Roma, presso la sede di rappresentanza della Regione Puglia, la Presidente di Marevivo Rosalba Giugni e il Presidente della Fondazione Univerde Alfonso Pecoraro Scanio hanno consegnato ufficialmente al Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano il testo della petizione lanciata a dicembre da Marevivo e che ha già raccolto, su change.org, 45 mila firme nel nome della difesa del mare di Taranto dalla minaccia delle trivelle.
La richiesta rivolta al presidente Emiliano è di ricorrere al Tar contro il decreto VIA concesso alla Schlumberger per l'attività di air gun nel golfo di Taranto e anche di sollecitare il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a cambiare rotta, una volta per tutte, sulla politica energetica dell'Italia.
Come è scritto nella petizione, "non temono l'Ilva ed i suoi veleni, vivono in libertà con i propri cuccioli, ma non potranno difendersi dalla nave, armata di cannoni ad aria (gli air gun), che presto esplorerà il Golfo di Taranto alla ricerca del petrolio. Sono in pochi a saperlo ma nel Golfo di Taranto, proprio in quella porzione di mare definita già 30 anni fa con decreto presidenziale "baia storica e naturale", si trovano centinaia di esemplari di delfini e balene, che ogni giorno si possono facilmente incontrare ed osservare".
Infatti, a breve, nelle acque del Golfo di Taranto, a soli 13 miglia dalle coste, arriveranno gli air gun per fare ricerca e prospezione di idrocarburi. I cannoni di questa nave non spareranno proiettili, ma bolle d'aria che, determinando onde sismiche, rappresentano il più grave pericolo per la fauna marina. Ma "c'è compatibilità ambientale", ha decretato il Governo, dando via libera al progetto della società Schlumberger. E per di più in una zona di mare estremamente sensibile per una serie di ragioni, non solo ambientali ma anche di natura puramente economica.
“L'attività di air gun va contrastata prima che i violenti spari di aria compressa ogni 5-15 secondi, con intensità fino a 260 decibel, colpiscano gli abitanti del mondo sommerso. A Taranto abbiamo raccolto l’“Urlo del mare”: basta ostinarsi con lo sfruttamento dei giacimenti e sperperare le vere ricchezze non solo di Taranto ma dell’intero nostro Paese, cioè biodiversità, cultura, turismo, pesca sostenibile, tutto quanto le trivellazioni in mare mettono a rischio”, dichiara Rosalba Giugni, presidente di Marevivo.
«Il grande sostegno dei cittadini a questa petizione – spiega Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde - dimostra la sensibilità dell'opinione pubblica alla difesa dei nostri mari. La Regione Puglia può guidare un'azione che metta al bando le tecnologie che distruggono i nostri habitat naturali».
Ufficio Stampa Marevivo