lunedì 23 settembre 2024


24/01/2017 16:41:09 - Provincia di Taranto - Attualità

La notizia trapela all’indomani delle dichiarazioni di alcuni scienziati che garantivano che la sputacchina (l’insetto vettore) venisse paralizzato, se non addirittura ucciso, dal gelo

La Xylella Fastidiosa apre un altro vasto fronte in Puglia. Cinque nuovi focolai: nel Brindisino, a San Vito dei Normanni, a Ceglie Messapica e a Carovigno; nel Tarantino a Grottaglie e a Fragagnano. La batteriosi che uccide gli ulivi, provocandone il disseccamento, rialza la testa in maniera energica proprio nel giorno in cui la Commissione europea apre alla possibilità di reimpiantare alberi resistenti nell’area affetta dalla patologia. E ancora: la recrudescenza della malattia si registra a una manciata di ore dalla dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano («La Xylella è incurabile ma la situazione in Puglia ora non è drammatica, la stiamo contenendo»). E non è tutto: la notizia trapela all’indomani delle dichiarazioni di alcuni scienziati che garantivano che la sputacchina (l’insetto vettore) venisse paralizzato, se non addirittura ucciso, dal gelo.
La regione rischia provvedimenti molto drastici e dolorosi: l’Europa potrebbe rispolverare il vecchio (ma mai abbandonato) progetto che prevede il blocco della movimentazione ortofrutticola pugliese. Gli stop agli sradicamenti - conseguenza di ricorsi al Tar da parte di alcuni proprietari di ulivi e di inchieste - non sono mai stati condivisi da Bruxelles che più volte ha rimproverato all’Italia di essersi mostrata poco fiscale nel rispetto delle misure previste dai piani Silletti (che recepivano la volontà comunitaria).
I nuovi cinque focolai accrescono poi, purtroppo, le possibilità di speculazioni commerciali. I casi dell’uva (la Giordania esige dagli esportatori certificati in cui si assicuri l’assenza della patologia) e dell’olio extravergine (si vuole far credere che la malattia lo colpisca) non sono che esempi. La stessa linea comportamentale potrebbe essere assunta per gli altri prodotti di punta regionali: un pericolo tutt’altro che remoto.
C’è poi il caso delle guerre commerciali: i produttori di mele della Val di Non hanno già puntato l’indice contro la Puglia. Hanno sostenuto che, se non fosse stato per la batteriosi, non avrebbero subito alcun calo nell’export verso la Giordania.










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