Legambiente annuncia di aver presentato osservazioni alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati volte a chiedere modifiche del decreto legge 243/2016
La confisca del denaro dei Riva, collegata ai patteggiamenti delle tre società coinvolte nel processo per disastro ambientale a carico dell’Ilva, servirà per ambientalizzare e rilanciare la fabbrica, mentre andrebbero in primo luogo risarciti i cittadini di Taranto
Lo afferma in una nota la sezione di Taranto di Legambiente, annunciando di aver presentato osservazioni alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati volte a chiedere modifiche del decreto legge 243/2016.
L’associazione invoca risposte alle istanze «dei cittadini di Taranto e in particolare - spiega - degli abitanti del quartiere Tamburi, che hanno subito i maggiori danni dall’inquinamento targato Ilva».
L’associazione invoca risposte alle istanze «dei cittadini di Taranto e in particolare - spiega - degli abitanti del quartiere Tamburi, che hanno subito i maggiori danni dall’inquinamento targato Ilva».
Legambiente indica possibili soluzioni per i risarcimenti. Una di queste «potrebbe essere - afferma l'associazione ambientalista - quella di far sì che la famiglia Riva renda disponibili per la curatela somme che potrebbero essere utilizzate per risarcire i creditori nei limiti della disponibilità e previo piano di riparto». Altra ipotesi di soluzione - sostiene infine - potrebbe essere «quella di un incremento degli importi resi disponibili nel decreto legge 243/2016 per interventi alle famiglie in difficoltà economica dell’area di crisi industriale».