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24/01/2017 16:52:01 - Salento - Cultura

Il documentario racconta la storia degli ebrei in fuga dall’orrore del nazismo: nei campi di accoglienza allestiti in Puglia si sono registrate tantissime nuove nascite

Davanti agli occhi, bimbi che nascono, carrozzelle, mamme in una giornata di sole dell’immediato dopoguerra. Appena dietro le loro spalle, l’orrore della Shoah, lo sterminio programmato e criminale. È il Salento di settant’anni fa a dispensare il senso di una rinascita a migliaia di ebrei che per di qui sono passati prima di partire per Israele.Santa Maria al Bagno, le ville delle Cenate, le case dei pescatori, Santa Maria di Leuca, Tricase, Santa Cesarea, a spalancare le porte.
«A Santa Maria di Leuca, in particolare, c'era una struttura adibita ad ospedale, qui sono nati tantissimi bambini. Siamo riusciti a rintracciarne trecento. Tre bambine in particolare, nate nell’arco dello stesso anno, dal ‘45 al ’46, Rivka Coen, Ester Herzog e Shuni Lifshitz, sono tornate in Puglia per ricostruire le loro radici e le abbiamo filmate» spiega Gady Castel lo sceneggiatore e produttore del documentario diretto da Yael Katzir, Rinascere in Puglia, presentato a Nardò per il progetto "La Puglia per la Shoah", workshop itinerante in diverse città voluto dal Consiglio regionale della Puglia, Teca del Mediterraneo (www.pugliashoah.it).
Una delle tre bambine del '45 è Shuni Lifshitz, presente alla presentazione di Nardò.
Signora Lifshitz, dunque dobbiamo considerarla pugliese?
"Certo che lo sono, c'è scritto sui miei documenti. In realtà, siamo partiti per Israele poco dopo la mia nascita, nel febbraio del 1946. Ci siamo stabiliti a Tel Aviv. Ma proprio quel luogo d'origine mi ha riportato in Puglia. Ho cominciato a ricostruire questa storia, sono venuta a Santa Maria di Leuca, ho incontrato persone che se la ricordavano, ho avuto accesso al diario di un sacerdote, ho visto le ville che ci ospitavano, sono andata al Museo di Santa Maria al Bagno"
Che giorni sono stati?
"Di grande sorpresa ed emozione. Non sapevo esattamente ciò che era accaduto in Puglia, i miei genitori non me ne avevano parlato. Qui ho conosciuto tante persone sincere, piene di affetto".
Come sono arrivati i suoi genitori in Puglia?
"Loro abitavano nella Polonia dell'Est. Quando i nazisti sono arrivati, li hanno portati nei boschi per ammazzarli. A mio padre hanno assassinato moglie e figli, ma lui è riuscito a scappare e a vivere all'aperto, nascondendosi, per diciotto mesi. Lo stesso destino della mia futura madre. Allora, si sono incontrati, hanno unito il loro dramma e le loro solitudini e si sono messi in cammino per l'Italia per poter tornare in Israele. Mia madre era già incinta di me".
E, poi, c'è l'incontro con Rivka e con Ester.
"Sì, dopo essere stata in Italia, ho capito che intorno a questa storia di rinascita, di gente che dopo l'orrore decideva di ricominciare la propria esistenza, andava girato un film. Ester l’avevo conosciuta tanti anni fa in Israele ma non sapevo che eravamo nate nello stesso luogo. Un giorno, per caso, ho avuto modo di leggere un suo documento che riportava la nascita italiana. Rivka l'ho conosciuta a Oxford, in Inghilterra, durante una cena. Così l'idea di venire in Puglia a raccogliere notizie dei nostri genitori da chi li aveva conosciuti. Il Salento avrà sempre un posto speciale nel mio, nel nostro cuore".
Fonte: rete











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