mercoledì 27 novembre 2024


07/04/2017 20:53:30 - Manduria - Attualità

Circa cinquemila persone alla manifestazione per il depuratore. Le quattro richieste inviate ad Emiliano e la lettera aperta di Romina Power

«Prima di creare un danno irreparabile, pensiamo bene. Ci aiuti lei a conservare intatta questa regione e questo mare, per me, il più bello d’Italia».
E’ l’appello finale della lettera aperta che Romina Power ha inviato al governatore Michele Emiliano.
«La prima volta che Albano mi ha portato qui in Puglia era maggio del 1969: allora è nata una love story con la Puglia che non è mai finita» è la premessa di Romina. «Questa Regione non ha nulla da invidiare alla più belle regioni degli Stati Uniti.
Perché ora che in tanti, da Trump a Carlo e Camilla d’Inghilterra, stanno scoprendo le bellezze della Puglia, sosteniamo sconsideratamente progetti che murano a distruggere irrimediabilmente il nostro patrimonio unico e più prezioso: la natura e con lei ogni possibilità di ulteriore sviluppo turistico sul nostro mare.
Abbiamo un mare incontaminato dove ancora si può pescare e spiagge commoventi per la loro bellezza.
Ho sentito da più parti che lei si immagina per la Puglia una crescita basata soprattutto sul turismo e sull’agricoltura. Perché allora si avalla un progetto di vasche di liquami con scarico degli stessi su un tratto del litorale di Manduria tra un’area protetta, dove si sono stanziati fenicotteri e cavalieri d’Italia, e il fiume Chidro, che nasce a cento metri dal mare e l’ arriva con le sue acque limpide e dolci?
Non siamo contrari al depuratore, ma bisogna spostarlo nell’entroterra e non dove contamina la costa e la bellezza naturale delle riserve naturali, in particolare del querceto Cuturi Rosamarina e della macchia mediterranea tutto intorno, dove si è creato un delicato equilibrio di ecosistema».
Queste le quattro richieste che associazioni e movimenti che hanno promosso la mobilitazione hanno inviato a Michele Emiliano. La lettera è stata letta da Francesco Di Lauro.
«I sottoscritti chiedono l’immediata sospensione dei lavori; la delocalizzazione del depuratore, lontano dalla costa; la rinuncia alla scelta di realizzare un impianto di tipo consortile; la rinuncia formale allo scarico in mare, sia pure di tipo emergenziale, da parte della Regione, attraverso un atto deliberativo.
Solo a partire da queste premesse consideriamo possibile l'istituzione di un tavolo tecnico permanente, aperto alla partecipazione di amministrazioni e rappresentanze sociali e professionali, finalizzato all'esame e alla valutazione di progetti di fattibilità, che ottemperino alle esigenze qui espresse».











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