«Nessuno mi aiuta. Per poter partecipare alle ultime gare, che mi hanno costretto a soggiornare nelle regioni del nord nell’ultimo mese, ho dovuto contrarre un mutuo…»
E’ il più forte in Italia nella sua categoria, sia nelle gare in linea che in quelle a cronometro. Ha dimostrato di potersi misurare ad armi pari con i più forti ciclisti europei della categoria MT1 di paraciclismo e, ora, spera di essere convocato dal CT della nazionale azzurra per i mondiali che si svolgeranno in Sudafrica. Ma per poter prendere parte nelle varie competizioni che si sono svolte nell’ultimo mese nelle varie regioni del nord Italia ha dovuto contrarre un mutuo, necessario a far fronte a tutte le spese: iscrizioni e soggiorno in primis.
«In queste condizioni non è più possibile andare avanti: concludo la stagione agonistica e poi mi ritiro» lo sfogo di Leonardo Melle, campione italiano e vincitore del Giro d’Italia nel 2016 nella categoria MT1 di paraciclismo (l’atleta manduriano gareggia sulla bici a tre ruote). «Ho dovuto contrarre il mutuo, insieme alla mia compagna, per poter essere al via delle ultime cinque prove. Tutte le promesse di aiuti e di sostegno sono volate via col vento. L’Amministrazione mi aveva promesso un contributo economico, che mi avrebbe consentito di coprire le tante spese: vitto e alloggio le più consistenti, considerato che siamo stati fuori per un mese. Invece quei soldi vengono dirottati in altri settori dello sport. Dimentica, insomma, la disabilità».
Melle è sconfortato. Nonostante i complimenti unanimi che sono arrivati nell’ultimo mese per i successi ottenuti in quattro prove su cinque e “l’apertura” del ct azzurro per una prossima convocazione, Melle, che una decina di anni fa si sottopose ad un delicato intervento chirurgico dal quale è riuscito a recuperare con grande caparbietà buona parte della mobilità, annuncia il suo ritiro.
«Non posso sopportare spesi così ingenti. In fin dei conti, rappresento Manduria e credo che l’Amministrazione e la città dovrebbero essere fieri e orgogliosi dei miei successi: sulla bici vi è il simbolo della mia città. Invece trovo porte chiuse dappertutto».
Leonardo Melle spera in un aiuto da parte dell’ente pubblico: per lui (così come per il suo amico Carlo Calcagni) il ciclismo è il miglior antidepressivo e, soprattutto, è sempre servito per far lievitare l’autostima. Un sostegno potrebbe arrivare anche da qualche azienda privata.
Ritornando alla parte agonistica, Melle si è imposto nelle prove di Coppa Europa di Massa Carrara (prova a cronometro), di Verola Nuova (cronometro e linea), Brizia (cronometro e linea) e nel Giro del Varese (4 tappe, tutte vinte). E’ arrivato quarto nella prova di Coppa del Mondo: ha ceduto, per inesperienza, ai più esperti Aubague (Francia), Semochkin (Russia) e Hindr (Repubblica Ceca).