lunedì 25 novembre 2024


02/06/2017 08:14:38 - Provincia di Taranto - Attualità

Intanto sono arrivati in Italia i primi mille e cento milioni di euro dei Riva

Le somme della famiglia Riva oggetto di una contesa giudiziaria in corso da tempo sono rientrati in Italia e sono stati depositati presso il Fondo Unico di Giustizia. E’ quanto si apprende da fonti vicine al gruppo Ilva, che sottolineano come ad oggi siano arrivati in Italia 1,1 miliardi di euro dei 1,3 miliardi complessivi, frutto del patteggiamento fra Riva e il Tribunale di Milano firmato nelle settimane scorse. Nei prossimi 15 giorni sono attesi gli ulteriori 200 milioni di euro.
Sulla vendita del siderurgico, intanto, il Mise ha avviato una verifica con l'avvocatura di Stato «per riaprire la gara solo sul prezzo». Lo riferisce il segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli. La notizia è confermata dal Mise. Il parere dovrebbe arrivare entro oggi. Il Ministro Calenda, afferma Bentivogli avrebbe ribadito che «rilanci su tutti e tre i capitoli dell’offerta (piano industriale, ambientale e occupazionale» implicherebbero il rifacimento della gara. Quanto alla data del 5 giugno fissata per l’aggiudicazione ad Am Investco, questa, secondo quanto riferiscono diverse fonti, è legata, è un termine necessario per permettere lo svolgersi di tutta la procedura che ha nel 30 settembre 2017 il termine ultimo per ottenere l’approvazione al nuovo piano ambientale.
In riferimento alle dichiarazioni dei commissari straordinari di Ilva, dove si afferma che non sono previste possibili offerte di rilancio per l’aggiudicazione della gara a causa del prolungamento dei tempi della procedura, fonti vicine a Jindal South West (JSW) (azionista di riferimento della cordata Acciaitalia della quale fanno parte Cdp,Arvedi e Del Vecchio) sottolineano che «la tempistica non sarebbe un elemento ostativo per eventuali rilanci».
«In realtà per rifare l’offerta relativa al prezzo il tempo necessario è minimo, per l’offerta del business plan il tempo stimato è di una settimana e la stessa tempistica è prevista per l'offerta del piano ambientale perché è sufficiente attenersi alle raccomandazioni già emesse dal Ministero dell’Ambiente il 19 gennaio 2017» fanno sapere le fonti vicine a JS.
A TARANTO LO SCIOPERO DI 4 ORE - Poco più di duemila operai hanno partecipato allo sciopero delle ultime quattro ore del primo turno nello stabilimento Ilva di Taranto, indetto da Fim, Fiom, Uilm e Usb. Si parla, secondo fonti sindacali, del 70% di adesione nei reparti Officine e Manutenzione e di oltre il 50% nei restanti reparti. Ci sono stati anche momenti di tensione, anche aspri, tra i lavoratori che hanno tenuto un presidio davanti alla Direzione dello stabilimento. Alcuni di essi avrebbero voluto bloccare in maniera simbolica la statale Taranto-Bari. Ha prevalso però la linea di chi non voleva penalizzare la città.
«Il governo - ha osservato Francesco Brigati della Fiom Cgil, parlando al megafono - ha più volte detto che Taranto è strategica nel settore della Siderurgia, ma scopriamo oggi l'ennesima svendita che questo governo mette in campo perchè potrebbe decidere di abbassare la produzione e non fare alcun risanamento ambientale». «Ci hanno fatto - ha sottolineato Piero Vernile della Uilm - un bel pacco regalo dicendo ai lavoratori: in 5-6mila dovete andare a casa. Non penso che sia una cosa accettabile e non è accettabile che l’azienda resti così com'è. Se assicurassero il lavoro a tutti precisando però che però non vanno completati i lavori Aia e gli investimenti per i bambini, per la gente che si ammala, noi non saremmo d’accordo». Per Biagio Rusciano della Fim Cisl «Taranto è in una situazione drammatica. La storia è partita nel 2012 e ora siamo nel 2017. La situazione è drammatica in termini di lavoro, in termini di ambiente e salute. Pertanto, noi chiediamo al governo che faccia la sua parte». Stefano Sibilla dell’Flmu Cub non ha dubbi: «la fabbrica va bloccata. Ci stanno ammazzando. Con le bonifiche possiamo fare tutto, nessuno va a casa».
Dalla prossima settimana saranno programmate assemblee ed eventuali altre iniziative di mobilitazione, soprattutto se avverrà l’aggiudicazione definitiva dell’Ilva a uno dei due gruppi in gara e non dovessero esserci aperture rispetto ai licenziamenti. Una frangia di lavoratori avrebbe voluto, previo avallo dei sindacati, occupare simbolicamente, per 10 minuti, la strada statale Taranto-Bari: l’iniziativa, alla fine, è saltata grazie all’intervento di un gruppo di operai per il quale andrebbe bloccata la produzione e non penalizzata la città.










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