Ecco la mozione presentata dai consiglieri de La Puglia per Emiliano
“Calibrare i dispositivi di protezione individuale a seconda delle specifiche esigenze del mondo agricolo. Per scongiurare il rischio che gli stessi imprenditori rinuncino alla pratica di alcune colture, con inevitabili danni alla produzione e all’intero comparto, proprio per la rigidità delle dotazioni richieste”.
Lo sostengono i consiglieri de La Puglia, Giuseppe Turco (primo firmatario) Alfonso Pisicchio e Paolo Pellegrino nella mozione depositata nelle scorse ore all’attenzione del consiglio regionale e che fa riferimento alle norme dell’articolo 74 del decreto legislativo numero 81 del 2008.
“L’obiettivo – spiegano – è sensibilizzare la Regione all’attivazione di un tavolo con Governo, sindacati e associazioni di categoria al fine di rideterminare, in maniera dettagliata, le dotazioni standard di tali dispositivi legandoli alla tipologia di lavoro e ai rischi connessi”.
Secondo gli ultimi dati Inail (novembre 2016) la Puglia è in linea con il trend positivo del calo degli infortuni registrati in agricoltura. In cinque anni, infatti, si è passati dai 2.866 casi del 2011 ai 2.553 del 2015, con una diminuzione degli infortuni in agricoltura dell’11%.
“Un dato molto incoraggiante – sottolineano i tre consiglieri – ma che non deve farci abbassare la guardia soprattutto in questa stagione molto ricca e produttiva per l’intero comparto, con migliaia di lavoratori impiegati. È anche vero, però, che i dispositivi vanno ripensati caso per caso dato che alcuni di questi spesso sono considerati dallo stesso mondo agricolo troppo eccessivi rispetto al potenziale e reale rischio derivante dall’attività lavorativa”.
“Vogliamo campagne e industrie agricole sempre più sicure – concludono – ma anche tutelare gli agricoltori e i piccoli imprenditori, spesso sanzionati anche con multe da 7mila euro per non aver utilizzato un particolare dispositivo in operazioni semplici e non rischiose come l’eliminazione del fogliame. Dispositivi sì per tutti, ma evitiamo una burocrazia eccessiva”.