«I reflui sanificati si utilizzino per la coltivazione delle biomasse»
«I reflui sanificati del depuratore potrebbero essere utilizzati per favorire e sostenere la coltivazione di biomasse, da utilizzare poi per la produzione di energia elettrica o gas. Secondo una stima del Gal, vi sono 1.700 ettari incolti o mal coltivati. Perché non trasformare il depuratore in una occasione di sviluppo?».
Mentre nella vicina Avetrana ci si organizza per cercare di scongiurare la nuova apertura del cantiere nell’area lungo la provinciale “Tarantina”, attigua a contrada “Urmo”, a Manduria si è costituito un gruppo di “intervento” impegnato a individuare una alternativa concreta all’originario progetto.
«L’eccessivo tecnicismo ha sinora impedito di raggiungere una soluzione ottimale nella vertenza-depuratore. La strada da seguire è quella politica» sostiene Salvatore Fanuli, che, insieme a Giuseppe Tatullo, rappresenta questo gruppo. «Dopo aver ottenuto l’eliminazione della condotta sottomarina, il dibattito si è avvitato attorno all’individuazione del sito. Non si è riusciti a cogliere, insomma, che una così ampia disponibilità di acqua sanificata deve essere un’occasione di sviluppo per il nostro territorio, la cui economia continua a poggiarsi quasi esclusivamente sull’agricoltura».
Fanuli parte dalla decisione del Consiglio comunale di proporre il vecchio sito di contrada Laccello (a Manduria, lungo la via per Lecce), come area per localizzare il nuovo depuratore.
«Peraltro lo stesso Aqp, originariamente, aveva indicato quel sito» ricorda Salvatore Fanuli. «Da un dato del Gal emerge che vi sono 1.700 ettari di terreni incolti o mal coltivati. Inoltre, la Regione dispone di diverse decine di milioni di euro per lo sviluppo rurale. Perché, allora, non puntare sul recupero di questo patrimonio che non viene sfruttato? I reflui sanificati dovrebbero essere riutilizzati, attraverso il consorzio Arneo, per usi irrigui. Bisognerebbe poi creare un consorzio di aziende per mettere a coltura le terre incolte. Si potrebbe puntare sui prodotti orticoli (che hanno necessità di molta acqua), ma anche sulle biomasse, da utilizzare per produrre gas o energia. A Manduria vi è già un’azienda che trasforma le biomasse in energia elettrica. Perché, allora, non seguire questa strada già tracciata, che darebbe l’opportunità di creare centinaia di posti di lavoro per 365 giorni all’anno?
Il governatore Emiliano, che ha più volte dichiarato di avere a cuore questo lembo di territorio, venga a Manduria a discutere: il depuratore, oltre che strumento di civiltà che evita l’inquinamento del sottosuolo, può trasformarsi in una occasione di sviluppo per tutta la zona».