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27/06/2017 10:13:14 - Provincia di Taranto - Attualità

In un corposo documento, che reca le firme anche di due candidate della lista “Torricella Riparte”, si annuncia un esposto alla Procura qualora, entro quindici giorni, non avvenga la sostituzione richiesta

«Riaprite l’istruttoria finalizzata ad individuare un secondo assessore di sesso femminile. Altrimenti saremo costretti a rivolgerci alla Procura della Repubblica».
I gruppi di minoranza di Torricella passano al contrattacco. In un corposo documento, riepilogano quanto accaduto a Torricella nella fase di nomina della giunta, facendo riferimento alla legge che prevede il rispetto della presenza equa dei due sessi (cosiddetta legge delle quote rosa).
«In data 8.7.2016, prot. 6136, una lettera diffida del consigliere comunale Lacaita Pierino veniva inviata al Prefetto di Taranto e al sindaco di Torricella con la quale si chiedeva l’esatta applicazione della Legge 56/2014 e, segnatamente dell'art. 1, comma 137 che garantisce la parità tra sessi e le reciproche pari opportunità, nonché il rispetto del principio dl uguaglianza di cui all'art. 3 della Costituzione.
Nella circostanza si evidenziava, tra l’altro, che lo Statuto Comunale del Comune di Torricella, all'art. 25, comma 2, prevede espressamente che “gli assessori sono scelti normalmente tra i consiglieri: possono tuttavia essere nominati assessori esterni al consiglio, purché dotati dei requisiti di eleggibilità e in possesso di particolare competenza ed esperienza tecnica, amministrativa o professionale” e che, pertanto, la ricerca delle figure femminile poteva avvenire ricorrendo all'esterno».
A distanza di qualche settimana, il sindaco Michele Schifone riepilogava l’accaduto.
«Il sindaco notificava al consigliere comunale Lacaita Pierino, nota di riscontro, indirizzata anche al viceprefetto vicario, con la quale difendeva la legittimità del suo operato ed il rispetto della legge 56/2014, richiamando un'attività istruttoria preliminare alla nomina delle cariche assessorili, svolta già il 12.6.2016, priva di protocollo generale, cui era seguita la rinuncia in pari data della consigliera Turco Mirella, sia ad una attività istruttoria successiva, posta inutilmente in essere dopo ad avvenuta nomina ed operatività della Giunta, con acquisizione di n. 6 rinunce da parte di persone di sesso femminile, tutte redatte nella stessa forma, stesso carattere e stessa stampante, che risultano acquisiste al protocollo generale dell'Ente, tutte in data 6 luglio 2016, con i seguenti numeri progressivi di protocollo: 6188, ore 12,57, 6189, ore 13,01, 6190, ore 13,02 6191, ore 13,03, 6192, ore 13,04 e 6193, ore 13,05» è scritto ancora nel documento della minoranza.
Opposizione che, insieme alla consigliera per le pari opportunità, Gina Lupo, inoltrava un ricorso al Tar teso all’annullamento della delibera di nomina della giunta.
«Già in quella sede vennero evidenziate anomalie nel procedimento e nell’istruttoria, quale la rinuncia alla carica assessorile della consigliera Mirella Turco, avvenuta in data 12.6.2016, ma priva di protocollo generale dell’Ente, così come le 6 rinunce acquisite successivamente alla nomina della Giunta, tutte nella medesima giornata, dattiloscritte con lo stesso carattere e stampate con la stessa stampante» è ancora testualmente riportato nel documento dei gruppi di minoranza. «Ma ciò che si vuole evidenziare è la progressione dei numeri di protocollo, aventi tutti la stessa data, acquisiti tra le ore 12,57 e 13,05 del 6.7.2016 e le persone rinunciatarie e segnatamente:
Sansonetti Daniela, moglie dell’arch. Egidio Caputo;
Caputo Maria Antonietta, sorella dell’arch. Egidio Caputo;
Lomartire Stefania, collaboratrice dello studio tecnico dell’arch. Egidio Caputo;
D’Elia Alessia, collaboratrice dello studio tecnico dell’arch. Egidio Caputo;
Simone Giuseppina, dipendente della Società Agritecnica Srl del Sindaco».
Il Tar respinse il ricorso della minoranza e, quindi, la giunta continuò a lavorare insieme al sindaco.
Poi, però, si sono apprese le prese di posizione di due candidate della lista che appoggiava la candidatura di Michele Schifone.
«Senonchè fatti nuovi emersi successivamente hanno riacceso l’interesse sulla vicenda» prosegue il comunicato.
«Ci riferisce in particolare alla lettera 27 marzo 2017 di prot. 2905, indirizzata al sindaco da parte della Sig.ra Depascale Antonella Cosima, candidata ma non eletta con la lista “Torricella Riparte” capeggiata dall’attuale sindaco.
Nella missiva, dopo aver manifestato scarsa considerazione dopo la vittoria elettorale ed il proposito, insieme ad altri facenti parte della lista, ma non eletti, di dimettersi dal gruppo (di fatto avvenuto con lettera 27.3.2017 di prot. 2906) ha dichiarato, testuale:
Sono tanti i motivi di dissenso politico che ci hanno portato a questo, ma quello che mi ha colpito personalmente, è stato quello relativo alle c.d. “quote rosa”, per la rappresentanza nell’organo di governo amministrativo”.
E, prosegue:
non è stato piacevole apprendere attraverso una tua intervista (su Ciaksocial) e, da altre fonti, che non sei riuscito a trovare “donne disponibili a ricoprire la carica di assessore”. Sai bene che non è così “.
Ed ancora:
La sottoscritta, come altre, era ben disponibile a ricoprire quel ruolo tanto che, seppur invitata da un tuo “emissario” (che tra l’altro, non ha alcun titolo né politico, né amministrativo, all’interno del gruppo “Torricella Riparte”), non ha mai firmato la lettera di rinuncia alla carica di assessore”.
Dunque, stando al contenuto della predetta missiva, non corrisponderebbe al vero la circostanza, dichiarata dal Sindaco Michele Schifone, secondo cui nel Comune di Torricella non ci fossero persone di sesso femminile disponibili a rivestire la carica assessorile».
Nello stesso documento si fa riferimento ad un’altra donna candidata con la lista “Torricella Riparte”, ovvero la signora Grazia Simone. La minoranza fa riferimento ad una comunicazione del maggio scorso, nella quale la signora Grazia Simone, pur ammettendo di aver firmato una rinuncia alla carica assessorile, in un momento, però, in cui era impegnata a lavorare nel bar, («Senza aver capito di cosa si trattasse»), esprime la propria amarezza riguardo alcune affermazione del sindaco Schifone, che, in atti ufficiali e ai media, ha sempre dichiarato di non aver individuato donne di propria fiducia disponibili a ricoprire la carica assessorile.
Nel comunicato, che reca anche le firme delle signore Depascale e Simone, si invita, pertanto, il sindaco Schifone a prendere atto della situazione e a sostituire un assessore di sesso maschile con un assessore di sesso femminile.
«In mancanza, trascorsi quindici giorni dal ricevimento della presente» si conclude il comunicato, «i fatti verranno esposti, anche alla Procura della Repubblica, per valutare l’eventuale commissione di illeciti di natura penale nella presente vicenda».










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