I Verdi intervengono ancora sul depuratore
«Manduria sembra una città in stato d’assedio».
I Verdi commentano a voce alta la presenza di un discreto numero di mezzi in dotazione alle forze dell’ordine che, in servizio nell’area del cantiere del depuratore, arrivano nel centro della città negli orari di pranzo e cena.
«È quasi scontato provare sentimenti di rabbia e sdegno e indirizzarli ai vertici regionali, a quelli di AQP, ai cosiddetti poteri forti, che si fanno scudo della Legge e invocano l’intervento del suo braccio armato» è riportato in una nota della sezione dei Verdi di Manduria. «Ma una grossa fetta di responsabilità per quanto sta accadendo ricade sul sindaco di Manduria, che, con la sua improvvida lettera indirizzata, tra gli altri, anche al Prefetto, con la quale semplicemente diffidava tutti ad iniziare i lavori, declinando ogni responsabilità per il disastro ambientale che si andava consumando, ha di fatto messo in moto le ruspe.
Non a caso il presidente Emiliano la richiama in tutte le sue comunicazioni. Che altro poteva fare il Prefetto, di fronte ad una simile richiesta da parte di un sindaco, massima autorità sanitaria del territorio? Ora lo stesso sindaco manifesta la volontà di riaprire un dialogo con quegli stessi vertici regionali che ieri ha diffidato ad iniziare i lavori. Ma di quanto credito presso quelli ancora dispone?».
L’avvio dei lavori nel cantiere lungo la provinciale “Tarantina” viene commentato anche da “Manduria Lab”.
«I lavori sono ripresi con massicci spiegamenti di forze dell’ordine nonostante la ditta Putignano abbia ottenuto la proroga della Via sulla base di una “perizia attestante l’immutatezza del quadro di riferimento programmatico, progettuale e ambientale”, ossia, sul primo progetto con scarico a mare e condotta sottomarina, e quindi senza nessuna carta valida ancora oggi, che dichiari nei fatti quanto sostiene il presidente Emiliano e cioé che la condotta sottomarina non ci sarà» rimarca “Manduria Lab”. «Saremo anche uomini e donne di poca fede, ma da sempre, alle parole impregnate di populismo, preferiamo i fatti.
E questo è riferito anche ai nostri consiglieri regionali ai quali noi di Manduria Lab in data 16 giugno abbiamo indirizzato richiesta di farsi portavoce nei confronti del Presidente, al quale chiedevamo di riceverci per tentare di aprire un canale di dialogo che scongiurasse un esito dannoso della vicenda relativa al depuratore di Manduria e Sava, rimasta totalmente priva di riscontro.
Si fa presto poi a pubblicare comunicati che tentano di far ricadere responsabilità su tutti tranne su chi realmente ad oggi ha avuto l’“onore” di dialogare con i vertici portando a casa come risultato un beneamato nulla...».