mercoledì 27 novembre 2024


19/07/2017 06:54:15 - Manduria - Attualità

Positivo il riutilizzo dei reflui in agricoltura. Ma i soldi per ripristinare la rete dell’Arneo perché non sono stati ancora stanziati?

L’annuncio del “taglio” della condotta sottomarina non soddisfa gli ambientalisti, che ancora una volta, in circa duemila, hanno chiesto, con il corteo di domenica sera, di spostare altrove il depuratore consortile.

Il timore è legato, soprattutto, agli scarichi emergenziali, stimati in circa 15 all’anno, nei casi, ovvero, di pioggia abbondante e continua. Si teme che i reflui, con il depuratore in blocco, possano poi essere dirottati, attraverso “lo scarico di

soccorso o di emergenza in mare, mediante un solco naturale sfociante in battigia”.

Su questo passaggio, inserito nell’ultima delibera approvata dalla giunta regionale, si è accesa un’altra discussione, che continua a generare in parte confusione. Innanzitutto non bisognerebbe dimenticare che la Regione ha stabilito che i “reflui trattati in Tabella 4 e con i requisiti di cui al D.M. 185/2003, saranno destinati, attraverso un sistema integrato di riutilizzo agricolo ed ambientale, al riuso in agricoltura, attraverso la realizzazione del collettamento dall’impianto depurativo alla rete irrigua di titolarità del consorzio di bonifica Arneo e di due diversi bacini di accumulo delle acque trattate, da attivare in successione tra loro”.

Si omette anche di precisare che la parte solida dei reflui verrà scremata, attraverso una griglia, già a Manduria, nell’area del vecchio depuratore e destinata al riuso come organico. Al depuratore, eventualmente nell’attuale sito lungo la “Tarantina”, arriverà solo la parte liquida, che sarà sanificata per poi essere riutilizzata. Il surplus sarà accumulato nei due bacini delle acque trattate ed eventualmente solo queste, insieme all’acqua piovana, arriverebbero, “mediante un solco naturale, nei pressi della battigia”.

Ciò che, invece, non ci convince del progetto è un altro aspetto. Non cogliamo chiarezza nella previsione del riuso in agricoltura del refluo sanificato. In primis, perché non troviamo tracce di impegni di spesa (a dir la verità promessi, da anni, solo a parole), per riparare le condotte della rete irrigua di Arneo. Anni fa si ipotizzò che servano non meno di 3 milioni di euro per renderle nuovamente agibili. Bisogna poi che il consorzio irriguo assuma l’impegno di gestire l’acqua sanificata, anche se, per le note traversie di natura economica, abbiamo qualche dubbio che sia in grado di assolvere a questo servizio.

C’è, infine, un altro aspetto ancora più importante: quanto verrebbe a costare l’acqua agli operatori agricoli e quanti di questi, tenendo conto delle colture esistenti che non richiedono irrigazione se non in pochissime settimane dell’anno, sarebbero realmente interessati?

Non si può, insomma, dare per scontato che i reflui sanificati possano concretamente essere riutilizzati in agricoltura se non esiste alcun tipo di piano finanziario che sia in grado di determinare i costi di attivazione e di gestione del servizio e, nel contempo, se non si individuano anche i fruitori di tale servizio. E se durante l’autunno, l’inverno e parte della primavera i reflui sanificati non fossero richiesti in agricoltura, dove sarebbero stoccati?











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