lunedì 25 novembre 2024


31/07/2017 09:05:33 - Provincia di Taranto - Attualità

Rinvenuto un sacco di plastica contenente ben sette kg di datteri di mare

Senza sosta l'attività della Guardia costiera a difesa dell'ambiente e per evitare la pesca e il commercio illecito dei datteri di mare. Tra le ultime operazioni a Taranto, dove uomini della Capitaneria di Porto, hanno costretto alla fuga alcuni individui intenti a rompere gli scogli per appropriarsi del prezioso mitile presso la diga frangiflutti posta nei pressi della località di San Vito.

Un intervento «grazie alla cui tempestività - si legge in un comunicato - si è potuto scongiurare un danno ambientale di particolare gravità, e con il quale venivano fermate sei imbarcazioni e quattro autovetture di cui due condotte da pregiudicati noti alle Forze dell’Ordine e alla Giustizia per la commissione di precedenti reati in materia ambientale. Veniva contestualmente rastrellata ed ispezionata la zona, e rinvenuto un sacco di plastica contenente ben sette kg di datteri di mare occultati dietro la vegetazione adiacente ad un parcheggio. Il “bottino” in questione era stato sicuramente lasciato da qualche soggetto che si era dato alla fuga alla vista dei militari, nascosto con la speranza di poterlo recuperare una volta che si sarebbero “calmate le acque”, atteso che il quantitativo in questione avrebbe potuto fruttare sul mercato nero sui 350-400 euro».

L’attività di pesca del dattero di mare è purtroppo tornata in auge ultimamente lungo il litorale tarantino, proprio alimentata dalla richiesta di consumatori senza scrupolo. La pesca del dattero infatti è particolarmente distruttiva dell'habitat marino, sono necessarie attrezzature quali martelli pneumatici e pinze, il cui utilizzo danneggia la fauna e la flora marina che si forma dove il dattero trova il proprio alloggio naturale, al punto che bisogna attendere decenni affinché la stessa, una volta danneggiata, si possa ripristinare.

«Per questo motivo - la Guardia costiera - esorta i cittadini a non indugiare nel segnalare alla locale Capitaneria di Porto, sia i punti vendita sia i ristoranti che propongono la vendita di datteri di mare, nonché di sensibilizzare i consumatori sul danno ambientale che causa la pesca di detto edule, atteso che la richiesta sul mercato è giustificata da un semplice quanto deleterio “gusto per il proibito”, non avendo il dattero di mare caratteristiche nutrizionali e di sapore che lo differenziano in modo evidente dai frutti di mare consentiti».











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