Il comitato di quartiere ora chiede anche acqua e fogna
«Siamo soddisfatti per l’avvio dei lavori per la metanizzazione del nostro quartiere (il cantiere si apre il 28 agosto), ma vorremmo anche altre due infrastrutture fondamentali: la rete idrica e quella fognaria».
Il coordinatore del comitato di quartiere “Sant’Antonio”, Nicola Foggetti, accoglie con gioia l’importante novità relativa al proprio rione, attesa da anni.
«L’Amministrazione si è adoperata per rispettare un impegno che aveva assunto: portare anche nel nostro quartiere la rete del gas metano» è la premessa di Nicola Foggetti. «Ringrazio, pertanto, l’Amministrazione per aver saputo concretizzare la promessa: a fine estate partono i lavori per il gas. Ma, nello stesso tempo, vorrei richiamare l’attenzione dei nostri amministratori su altre due emergenze del nostro caseggiato, che è ancora privo della rete dell’acqua e della fogna».
Foggetti sprona l’Amministrazione a cogliere le opportunità offerte dai bandi regionali per finanziare la realizzazione di nuovi tronchi di acqua e fogna nelle strade del quartiere che rappresenta.
«Crediamo che quello attuale sia il momento propizio per dotare il quartiere delle altre due opere primarie: si possono sfruttare le opportunità offerte da un recente bando regionale, attraverso il quale si stanziano dei fondi a favore di quei Comuni che saranno in grado di presentare progetti di rigenerazione urbana» fa notare il coordinatore del comitato di quartiere “Sant’Antonio”. «Il nostro quartiere merita un’attenzione particolare perché si trova nel centro della zona archeologica, che costituisce un vanto della città di Manduria. Non è più possibile, pertanto, che questo quartiere, meta di tanti turisti diretti all’area archeologica, continui a essere privo delle infrastrutture primarie. Sollecitiamo dunque i nostri amministratori a non lasciarsi sfuggire questa occasione. Siamo nel terzo millennio e la presenza di acqua e fogna dovrebbe essere sinonimo di civiltà».
Il rappresentante del comitato di quartiere “Sant’Antonio” si sofferma, poi, su un altro aspetto.
«Le abitazioni che esistono nel nostro quartiere sono, per lo più, abbastanza datate: una buona parte di esse sono state costruite circa un secolo fa. Per la posizione che occupano e per le distanze che intercorrono fra ogni abitazione è quasi impossibile realizzare le fosse asettiche. Come potremo, allora, adeguarci all’ultima direttiva del ministro Del Rio, secondo la quale ogni immobile dovrà avere il certificato di stabilità, se gran parte di essi sono privi delle fosse asettiche?».
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