domenica 22 settembre 2024


04/08/2017 08:02:01 - Provincia di Taranto - Attualità

L’intervento di Confcommercio. La firma del Comune di Manduria

E venne il giorno della firma. Dopo 15 mesi si è finalmente posto, con la firma del protocollo d’intesa, alla presenza del prefetto Donato Cafagna e dell’assessore regionale al Turismo Loredana Capone, il primo tassello per la istituzione del  Distretto Turistico della provincia di Taranto.

Un percorso iniziato nel 2016 con un incontro tra l’ex prefetto Umberto Guidato, il presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande, il presidente  di Federalberghi, Angelo Basile, e che oggi ci vede giungere alla sottoscrizione del primo concreto atto che suggella la volontà dei soggetti territoriali coinvolti di impegnare la Regione ad avviare l’iter per la istituzione del Distretto. Il prossimo passo infatti spetta alla Regione che indirà la Conferenza dei servizi,  propedeutica alla emanazione del decreto istitutivo del Distretto da parte del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo.

In quell’incontro dell’aprile 2016 Confcommercio sollecitò la Prefettura di Taranto, trovando peraltro piena condivisione da parte dell’allora prefetto Guidato, ad assumere un ruolo di coordinamento per la istituzione del Distretto turistico, essendo l’area di Taranto  oggetto del CIS, il Contratto Istituzionale di Sviluppo finalizzato a definire e coordinare le strategie utili allo sviluppo sostenibile e compatibile del territorio, e nel quale rientrano i due progetti a forte valenza turistica di Città Vecchia e dell’Arsenale Militare.

“La provincia di Taranto ha necessità di recuperare il ritardo accumulato in decenni di predominio industriale, con la diversificazione delle fonti di reddito e di lavoro” è il commento di Leonardo Giangrande. “Il turismo è uno dei comparti economici sui quali puntare, ma occorre creare gli strumenti operativi per aumentare la competitività turistica del territorio. Il Distretto turistico può contribuire a supportare il processo di riqualificazione del settore, attraverso le  agevolazioni fiscali, amministrative e finanziarie, di incentivi per la realizzare opere (come ad esempio gli approdi e porti turistici), e le varie opportunità e vantaggi, utili per favorire la competitività turistica, valorizzando i contesti urbani, i beni culturali. E’ chiaro però che è necessario che il territorio si organizzi per coglierne a pieno le opportunità, puntando sulle politiche pubbliche di governo del territorio, sul miglioramento delle infrastrutture, sulla qualificazione dei servizi, sulle sinergie tra pubblico e privato, sulle reti di impresa,  migliorando l’accoglienza, qualificando e implementando l’offerta ricettiva. Ognuno, pubblico e privato,  deve fare la sua parte”.

La provincia di Taranto risente ancora  delle conseguenze di  un brand penalizzante per il turismo, che le ha lasciato la   marchiatura a fuoco  di “città industriale”,  ma anche di politiche  nel campo dei trasporti e collegamenti che non hanno certo favorito la crescita turistica del territorio che resta ultimo nell’andamento dei flussi turistici regionali, nonostante i segnali di crescita, nel periodo 2012/2016,  (+ 10,97%  di arrivi e 8,14% le presenze). Un dato incoraggiante, secondo la Regione, ma che purtroppo non schioda la provincia di Taranto dalla quintultima posizione, con 279.289 arrivi ed un milione e 110.657 presenze nel 2016, distante persino da Brindisi che, pur penultima, registra 447. 156 arrivi e un milione 805.771 presenze.

Taranto tra l’altro (se si esclude la zona di Castellaneta/Ginosa) è carente di posti letto nel capoluogo e sul versante orientale della provincia, e questa è una realtà, a meno che non si voglia scambiare l’offerta extralberghiera non professionale, se non addirittura abusiva, per l’offerta ricettiva della provincia di Taranto. E allora, riepilogando, bene il Distretto del Turismo, ma consideriamolo un punto di partenza non dimenticando che gli obiettivi da perseguire restano: le infrastrutture (Regione); la governace del territorio e i servizi (Enti locali); la qualificazione dell’accoglienza e le reti (le imprese ); l’offerta ricettiva (privati e Regione). 











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